Sguardi sul passato
Insieme alle tele del Seicento e del Settecento, tra cui alcune opere di Francesco Torriani e Giuseppe Antonio Petrini, il museo ha allestito anche un omaggio a Massimo Cavalli, recentemente scomparso
Il nucleo più antico della collezione del Museo d’arte di Mendrisio è al centro della mostra estiva che si apre oggi. Sono trenta le tele seicentesche e settecentesche, per di più frutto di donazioni private, esibite nel chiostro del magnifico borgo. La forte presenza ticinese tra gli artisti – in particolare con Francesco Torriani e Giuseppe Antonio Petrini – lega fortemente la mostra con un passato regionale e locale. Accanto all’esposizione, il museo ha colto l’occasione per rendere omaggio all’artista ticinese Massimo Cavalli recentemente scomparso. Nato a Locarno nel 1930 e formatosi a Milano all’accademia Brera, Cavalli è stato un personaggio di primo piano nello scenario culturale ticinese e svizzero durante la seconda metà del Novecento. La presentazione delle sue opere si divide tra una prima parte grafica e una seconda dedicata alla pittura. La composizione valorizza il lavoro luministico dell’artista ticinese e il minuzioso controllo della luce che ne deriva. Tele e dipinti inoltre provocano un forte impatto sullo spettatore e rilevano le due dimensioni dominanti della mostra, il nero e la verticalità.
La mostra
L’esposizione delle tele più antiche copre l’intero salone principale del museo e segue un ordine cronologico suddiviso da tre spazi interni. Il primo ambiente è dedicato al culto della Vergine promosso dalla Controriforma nel periodo successivo al Concilio di Trento (154563). La seconda area invece presenta l’artista locale Francesco Torriani e il figlio Innocenzo, che seguono le tematiche religiose proposte dalla stessa Controriforma. Bisogna aspettare la terza frazione della mostra per incontrare le opere di Giuseppe Antonio Petrini e il suo discepolo Giuseppe Antonio Torricelli che segnano il definitivo passaggio al Settecento. L’ultima area copre tutto il periodo settecentesco ed è dedicata a vari artisti ticinesi: segnaliamo Carlo Innocenzo Carloni e Giuseppe Antonio Orelli. L’ordine cronologico permette al visitatore di seguire l’evoluzione artistica nel corso dei due secoli esposti. Le figure religiose della prima parte della sala evolvono nelle allegorie e nelle immagini storiche della seconda frazione, per poi lasciar spazio alla ritrattistica dell’ultima area. La mostra sarà aperta, gratuitamente, da mercoledì a domenica, dalle 14 alle 18 fino al 16 settembre.