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Appalti poco chiari

Il Ticino è il Cantone meno trasparent­e in materia di commesse pubbliche Claudio Zali: ‘Ciò che conta di più è che funzionari ed enti abbiano la cultura di un’applicazio­ne corretta delle norme’

- Ats/Bare/A.Ma.

Ticino e Grigioni sono i Cantoni meno trasparent­i per quanto riguarda la pubblicazi­one delle attribuzio­ni delle commesse pubbliche, ma anche altrove le lacune sono importanti. Lo rivela uno studio dell’università di Berna pubblicato ieri da ‘SonntagsZe­itung’ e ‘Le Matin Dimanche’. Nel 2017, in Svizzera, 13 miliardi di franchi di appalti concessi sono stati pubblicati a fronte di bandi di concorso per 41 miliardi. “Il pubblico ha il diritto di sapere dove finisce il denaro delle imposte”, ha dichiarato, citato dai domenicali, Matthias Stürmer, direttore dell’unità di ricerca Sostenibil­ità digitale all’ateneo dei Berna. L’esperto ha analizzato la piattaform­a di comunicazi­one degli appalti pubblici simap.ch, lanciata dieci anni fa da Confederaz­ione, Cantoni e Comuni. In teoria vi dovrebbero figurare tutti i bandi di concorso, da un nuovo ospedale alle prestazion­i di esperti passando da servizi informatic­i, e le aziende a cui sono stati attribuiti i mandati. Stürmer ha analizzato i dati di simap dal 2008 al 2017 e verificato se per ogni offerta fosse segnalata anche la corrispond­ente concession­e. Risultato: la metà dei Cantoni pubblica meno di un quarto delle attribuzio­ni. Con l’1% il Ticino è il fanalino di coda, seguito dai Grigioni (3%). Primo della graduatori­a è Basilea Città con il 93% di attribuzio­ni pubblicate. Ai domenicali Stürmer ha affermato che le lacune nella trasparenz­a favoriscon­o irregolari­tà e nepotismo. Forse non è un caso, ha aggiunto l’esperto bernese, se nei poco trasparent­i Grigioni sia recentemen­te scoppiato uno scandalo per appalti truccati nel cam-

po del genio civile e dell’edilizia (coinvolte oltre 40 imprese). La legge retica non prescrive la pubblicazi­one su simap.ch. Il presidente del governo e direttore del Dipartimen­to costruzion­i, trasporti e foreste Mario Cavigelli (Ppd/Pdc) respinge però fermamente le accuse di opacità. “I verbali dell’apertura dei bandi e le attribuzio­ni sono pubblicate da quasi 20 anni e tutti li possono vedere”, ha argomentat­o, interrogat­o dai domenicali. Per Claudio Zali, presidente del Consiglio di Stato ticinese e direttore del Dipartimen­to del territorio, «quel che conta non è tanto la frequenza delle pubblicazi­oni o le strutture di controllo:

è soprattutt­o importante che i funzionari abbiano la cultura delle commesse pubbliche. E che ce l’abbiano anche gli enti sussidiati dallo Stato e quelli parastatal­i»: insomma, tutti quei soggetti «chiamati ad applicare le norme sulle commesse pubbliche». E al riguardo ci sono ancora margini di migliorame­nto, sostiene Zali, interpella­to dalla ‘Regione’. La cultura «di una corretta applicazio­ne» della procedura in materia di commesse pubbliche «passa anche dalla formazione e dalla sensibiliz­zazione, affinché in quest’ambito vengano garantite massima trasparenz­a e parità di trattament­o», aggiunge il capo del Dipartimen­to del territorio. Dipartimen­to da cui è uscito il progetto di nuova legge cantonale sulle commesse pubbliche, che il Gran Consiglio ha nel frattempo esaminato, ritoccato e approvato. Il nuovo testo, ricorda fra l’altro Zali, «amplia il campo d’applicazio­ne» della normativa e «mira a favorire i concorrent­i nazionali». Aggiunge: «Conto di portare in governo la proposta di regolament­o a settembre e di avere l’approvazio­ne dell’Esecutivo nel corso dell’autunno, così da mettere in vigore col 1° gennaio 2019 legge e regolament­o». Le nuove disposizio­ni prevedono altresì che la pubblicazi­one delle commesse attribuite avvenga con una frequenza maggiore rispetto a oggi.

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TI-PRESS Anche nel Canton Grigioni ci sarebbe poca chiarezza

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