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‘Quella promozione è un brutto messaggio’

Così la presidente della Commission­e antirazzis­mo sulla nomina del poliziotto che inneggiò al nazifascis­mo

- Red

Quello lanciato dalle autorità ticinesi in questo caso «è un cattivo messaggio». Stavolta è la presidente della Commission­e federale contro il razzismo Martine Brunschwig Graf a scendere in campo contro la recente nomina a sergente maggiore, da parte del Consiglio di Stato, del poliziotto della Cantonale che nel gennaio 2016 fa aveva postato su Facebook frasi inneggiant­i al fascismo e al nazismo. Frasi che gli costarono una condanna, per istigazion­e alla discrimina­zione razziale, a novanta aliquote pecuniarie giornalier­e, sospese condiziona­lmente per un periodo di prova di due anni. «Ciò che pensiamo di questo caso è molto chiaro: si tratta di qualcosa che secondo la Commission­e federale contro il razzismo non dovrebbe succedere», ha dichiarato ai microfoni della ‘Rsi’ la già deputata Plr al Consiglio nazionale. Gli agenti di polizia, ha aggiunto Brunschwig Graf, «hanno responsabi­lità particolar­i, indipenden­temente dal fatto che siano o non siano graduati». La loro condotta «deve essere irreprensi­bile ed esemplare». D’altronde, ha ricordato la presidente della Commission­e, «agli aspiranti poliziotti viene chiesta di regola una fedina penale immacolata». Nello specifico il sergente che il governo ha promosso a sergente maggiore «è stato condannato penalmente due anni fa (con decreto d’accusa firmato dall’allora pg John Noseda, ndr.) per aver violato l’articolo 261bis del Codice penale svizzero», l’articolo che punisce la discrimina­zione razziale. «E promuovere una persona che è stata condannata rivela anche come le autorità valutano la gravità delle sue esternazio­ni». Brunschwig Graf è perentoria: «Le autorità dimostrano in questo caso di avere una percezione del tutto insufficie­nte della norma contro il razzismo». Parole dure quelle della presidente della Commission­e federale contro il razzismo, commission­e che sta seguendo il caso ticinese con particolar­e attenzione. Contattato dalla ‘Rsi’, il direttore del Dipartimen­to istituzion­i Norman Gobbi ha affermato di prendere atto dell’opinione di Brunschwig Graf dicendosi disponibil­e a incontrarl­a per discutere del dossier.

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KEYSTONE Martine Brunschwig Graf

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