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La scena del crimine sui banchi

Nuovo corso di perfeziona­mento della Supsi sulle scienze forensi nel processo penale Dedicato agli addetti ai lavori, presenterà le nuove tecniche di indagine. Prevista anche una serata pubblica per tutti gli appassiona­ti del genere.

- Red

Le prime ore sono fondamenta­li. Ce lo insegnano anche i non pochi film o serial televisivi e lo comprendia­mo anche noi, semplici appassiona­ti del genere. Così come è vero che sul piano teorico il delitto perfetto non esiste. In teoria, appunto. Poi magari servono scienza e coscienza per impedire che ciò accada. Per venirne a capo e consegnare alla giustizia i criminali di turno. La coscienza si sa, è una caratteris­tica dell’uomo, la scienza invece s’impara. Come capiterà col nuovo corso di formazione continua promosso dal Dipartimen­to tecnologie innovative della Supsi. Si chiama ‘Scienze forensi nel processo penale’ e comprende l’insieme “delle tecniche e delle metodologi­e scientific­he applicate allo studio degli indizi materiali nel corso di un’inchiesta di polizia” come si riporta nella presentazi­one della nuova formazione per il perfeziona­mento profession­ale rivolto a magistrati, collaborat­ori di giustizia, ufficiali inquirenti di polizia, specialist­i del sopralluog­o giudiziari­o e avvocati. A tutti coloro, in buona sostanza, che “utilizzano i riscontri tecnico-scientific­i come elementi materiali e oggettivi di prova a supporto delle inchieste di polizia”. Insomma, un corso necessario per approfondi­re i metodi e le tecniche d’indagine. Avete in mente la fortunata serie televisiva ‘Csi-Scena del crimine’? Qualcosa di simile ma in questo caso è tutto vero, nulla è lasciato alla finzione cinematogr­afica. In effetti questo nuovo corso – responsabi­le è Alessandro Trivilini, coordinato­re del Servizio informatic­a forense Supsi – permetterà di acquisire le nozioni di base relative alle principali tra le innumerevo­li attività svolte nel campo forense: dal sopralluog­o giudiziari­o, alle tradiziona­li impronte digitali, sino agli indizi materiali nati nell’era moderna con il Dna e in particolar­e le “tracce numeriche”, senza dimenticar­e la medicina legale. E siccome la scienza non si ferma, come peraltro la tecnica criminale, uno specifico modulo del corso sarà dedicato unicamente alla parte digitale di ciò che riguarda l’identifica­zione e l’analisi delle prove in ambito forense, “con attenzione allo sviluppo delle criptovalu­te e della tecnologia Blockchain”. Non tanto dunque una formazione di base per gli agenti della polizia scientific­a, quanto piuttosto una specializz­azione per profession­isti della conoscenza e interpreta­zione dei risultati tecnicosci­entifici degli elementi di prova. Centoventi ore di lezione in tutto, suddivise in cinque moduli. S’inizierà (il 6 ottobre) con un’introduzio­ne sulle scienze forensi, per poi passare all’interpreta-

zione degli indizi materiali (modulo 2), alle tematiche specialist­iche (3), e ancora all’alfabetizz­azione sulle cripto valute e le tracce biometrich­e digitali, sino – il quinto e ultimo modulo – alla scienza nel processo penale che prevede la valutazion­e di una scena del crimine, lo studio di casi complessi e la presentazi­one

di elementi di prova. Prevista una serata di presentazi­one al pubblico (il prossimo 21 agosto, inizio alle 20, alla Supsi, Centro Galleria 2 di Manno). Un’occasione pensata certo per chi vorrà iscriversi – il numero dei partecipan­ti è fissato a 16 – ma anche a tutti coloro che amano il genere e vogliono comprender­e meglio come è evoluta la tecnologia che affianca l’inchiesta forense. Durante la serata è prevista anche una dimostrazi­one pratica da parte dell’Associazio­ne Detection Dogs Ticino, specializz­ata nell’addestrame­nto di cani per il rilevament­o di sostanze e tracce nei più ampi campi d’applicazio­ne.

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TI-PRESS La scienza, come il mondo del crimine, è sempre in movimento

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