Esplode un deposito di armi in Siria, almeno 39 morti
Damasco – Nuova strage di innocenti in Siria: questa volta la carneficina non è stata causata da bombardamenti e combattimenti ma dall’esplosione nella giornata di ieri di un deposito di armi a Sarmada, nella provincia nord-occidentale di Idlib, vicino al confine turco. Il bilancio, drammaticamente provvisorio, è di almeno 39 morti, inclusi 12 bambini. La deflagrazione ha disintegrato due palazzine residenziali di cinque piani. In serata i soccorritori ancora scavavano tra le macerie. Una ventina di persone sono state estratte vive, mentre si teme per la sorte di altre decine, date per disperse e forse rimaste intrappolate sotto le macerie. Le cause dell’esplosione sono ancora ignote. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, il deposito di armi era collocato sotto a una delle palazzine: sarebbe stato gestito da un trafficante legato al Fronte di liberazione della Siria, organizzazione di combattenti attiva nelle province di Aleppo e Idlib. Tra le vittime ci sarebbero anche alcuni miliziani. Intanto, c’è apprensione per l’annunciata offensiva dei militari di Damasco proprio nella provincia di Idlib, enclave dei ribelli anti-Assad. L’Osservatorio siriano parla di centinaia di rinforzi e decine di mezzi corazzati dispiegati nella zona di Jisr al-Shughur. I media di Damasco – citando fonti militari – hanno reso noto che l’offensiva sarà molto vasta, includerà la zona nord della provincia di Hama – dove sono stati dislocati i rinforzi – e coinvolgerà le zone meridionali di Aleppo. L’obiettivo è “la conquista della città di Idlib”. Una battaglia che sarà condotta dalle ‘Tiger Forces’, il battaglione di élite siriano accusato da più parti di crimini di guerra per la ferocia dei propri elementi. Intanto i ribelli preparano le difese. Le varie milizie anti-governative fortificano le postazioni a ridosso di quelle nemiche, trasferiscono rinforzi, armi e munizioni. Su un altro fronte, quello orientale, le Forze democratiche siriane e quelle della Coalizione si preparano a dare l’assalto all’ultimo bastione Isis nel Paese, a Dayr az Zor, la regione petrolifera. I caccia della Coalizione hanno lanciato volantini, invitando la popolazione a lasciare la zona. ANSA