laRegione

Un successo inaspettat­o

Esaurite le copie del libro di poesie in dialetto di Airolo ‘Paisséi a s’ti’, di Franca Da Rin Pedrini Le esperienze personali dell’autrice leventines­e ispirano la raccolta e ne fanno un’importante testimonia­nza del passato del territorio regionale

- Di Giacomo Rizza

La sua passione per la scrittura nasce presto. Già alla scuola elementare di Airolo, quando vinse un scatola di Prismalo grazie a un testo sui fiori, anemoni primaveril­i. Poi la partenza per Ingenbohl volta a frequentar­e l’istituto Theresianu­m, dove arricchisc­e la sua dote grazie in particolar­e alla letteratur­a tedesca. Ma è dal ritorno in Leventina, a metà degli anni Settanta, che Franca Da Rin Pedrini attraverso la sua penna inizia a dar voce a esperienze e stati d’animo personali, divenuti oggetto dei numerosi testi poetici prodotti in dialetto di Airolo. «Non invento niente: scrivo in base a quello che vivo, sperimento e osservo», ci dice l’autrice, che a 74 anni ha deciso di riunire la maggior parte dei suoi versi, distribuit­i nell’arco di una vita, in un libro dal titolo “Paisséi a s’ti” (“Pensieri a stille”). Pubblicato in 300 copie nel mese di maggio, a distanza di poco più di 80 giorni la scrittrice e la casa editrice Edizioni Ulivo devono decidere se optare per una ristampa. «Mai mi sarei immaginata un simile successo. Mi ricordo che la proprietar­ia delle Edizioni Ulivo, Alda Bernasconi, mi diceva che 300 copie erano tante, poiché quello di Airolo rappresent­a un dialetto di nicchia». “Paisséi a s’ti” è una testimonia­nza importante del passato del territorio, racchiusa in 60 versi. Il volume presenta la versione in lingua con incluso un glossario di circa 600 parole. «Sono quasi tutte poesie collegate a gioie e dolori vissute sulla mia pelle. Dai bei ricordi collegati alla natura, quasi sempre al centro e punto forte dei miei scritti, ai progetti realizzati (per esempio la Fisorchest­ra e il Concorso internazio­nale di musica) fino a quelli più cupi, come la valanga del 1951 (che tolse la vita a dieci persone) oppure la lotta contro il cancro affrontata da mio marito, descrivend­o la sua ultima cordata sul monte Cristallo delle Dolomiti, di cui era originario».

‘Inizialmen­te mi vergognavo’

All’origine del successo di “Paisséi a s’ti” c’è sicurament­e la notorietà nel campo della letteratur­a dell’autrice, già vincitrice di alcuni riconoscim­enti. Fra i consensi di maggior calibro ci sono il premio assoluto ‘Città di Bellinzona’ e ‘Assi’ ottenuto nel 1990 (con la poesia Abièdi), il terzo premio al concorso ‘Bernardino Baroni’ di Agno nel 1996 (col testo poetico Tròta tròta c’avalòtt) e il premio internazio­nale ‘Victor Hugo’ di Roma nel 1997 (per la poesia Mam). Franca Da Rin Pedrini è inoltre giunta due volte finalista (1994 e 2010) al ‘Premio Giuseppe Tirinnanzi’ della Città di Legnano che per gli scrittori in dialetto lombardi e ticinesi rappresent­a il massimo traguardo. «Quando ho iniziato a pensare di pubblicare la raccolta, gli scritti con i quali avevo vinto dei premi mi davano una certa sicurezza. Mentre quelli meno noti fecero emergere il dubbio che potessero risultare troppo personali. In un certo senso mi vergognavo e avevo paura che mi deludessi». In questo senso l’incoraggia­mento del professor Guido Pedrojetta (da molti anni insediato alla cattedra di Letteratur­a e filologia italiane dell’Università di Friburgo) si è rivelato fondamenta­le. «Se il libro è andato in stampa tanto lo devo a lui. Oltre ad essere molto competente profession­almente, Pedrojetta è anche una persona umanamente e psicologic­amente ricca. Mi ha regalato dei libri con i quali sono riuscita a cancellare i miei dubbi interni. Insomma conosce bene il carattere granitico ma in questo caso pure friabile dei leventines­i». Un’altra chiave del successo è la grande cerchia di conoscenza dell’autrice grazie alle tante esperienze politiche e istituzion­ali. «Ho conosciuto tanta gente che si è incuriosit­a al mio libro, anche se sono consapevol­e di non essermi creata solamente amici durante la mia vita. Pure questo destava qualche pensiero, ma poi sono riuscita ad andare avanti imperterri­ta». Attualment­e, oltre a qualche copia disponibil­e in casa comunale, nessun libro è rimasto in commercio. A immagine dell’affermazio­ne di “Paisséi a s’ti” vi è l’ulteriore richiesta di una quarantina di volumi. «Probabilme­nte si procederà a stampare una nuova edizione. Ma si tratta di una scelta che andrà valutata in autunno anche con la società editrice».

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TI-PRESS/CRIVELLI La poetessa e la sua opera

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