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Maledetto, questo sprint

Delusione per Del Ponte e le compagne della 4x100, solo quarte agli Europei. Ma la Svizzera esulta con Schlumpf (2ª).

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Maledizion­e! È quello che abbiamo detto noi, è quello che devono aver pensato le ragazze della staffetta 4x100 m rossocroci­ata, quando nonostante una gara molto buona a un solo centesimo dal record nazionale (42”30 contro il 42”29 fatto segnare all’ultimo meeting di Athletissi­ma) si sono rese conto che altre tre compagini erano state più veloci di loro nella finale per il titolo. La ticinese Ajla Del Ponte, Sarah Atcho, Mujinga Kambundji e Salomé Kora hanno fatto corsa alla pari con le migliori formazioni, ma nell’arrivo a quattro sulla linea del traguardo sono state precedute nell’ordine da Gran Bretagna (41”88, miglior tempo stagionale trascinata da Dina Asher-Smith, al terzo oro in Germania), Olanda (42”15) e Germania (42”23), fermandosi quindi a sette centesimi dal podio. Maledizion­e. Già, perché in un’edizione della rassegna continenta­le piena di soddisfazi­oni per l’atletica elvetica (quattro medaglie, tra cui lo splendido oro di Léa Sprunger nei 400 m ostacoli), è difficile trovare un’altra parola che esprima lo stato d’animo e allo stesso tempo tenti di spiegare quanto capitato a Berlino alla velocità pura rossocroci­ata al femminile, che per ben tre volte dopo aver sognato una medaglia di un qualsiasi metallo, ha dovuto accontenta­rsi del legno. È successo nella staffetta appunto, ma anche nei 100 e 200 m. E di mezzo, c’è sempre una tanto generosa quanto sfortunata Mujinga Kambundji.

«È davvero uno schifo – si è lasciata andare a caldo la 26enne bernese, ai piedi del podio anche il giorno prima nei 200 m, quando nonostante il suo miglior crono stagionale (22”45) era stata ancora una volta superata dalla Asher-Smith (oro in 21”89) e dalle olandesi Dafne Schippers (22”14) e Jamile Samuel (22”37) –. Non avrei mai pensato di fare dei tempi simili e finire per tre volte al quarto posto. Non ho disputato brutte gare, ma non sono nemmeno riuscita a sfoderare

una prestazion­e eccezional­e. Dovrò lavorare ancora di più». E «lavoreremo ancora di più» sono state anche le parole piene di amarezza ma già rivolte al futuro della ragazza valmaggese dell’Usa Ascona, che sia in semifinale (3° tempo per la Svizzera) sia nell’ultimo atto è stata autrice di un’ottima prova come prima frazionist­a. «La partenza è stata buona, da parte avevo la Schippers che è molto veloce, ho dato tutto». Ma purtroppo non è bastato.

Corri, corri, fino all’argento

Chiusasi con la delusione della staffetta, la serata dell’atletica rossocroci­ata ha vissuto un momento di gloria grazie a Fabienne Schlumpf, capace di conquistar­e l’argento nei 3’000 m siepi. «Sono così contenta di questo podio a livello internazio­nale, era il mio obiettivo della stagione», ha dichiarato la zurighese, infortunat­asi a un piede e a una coscia in primavera e che aveva disputato la sua prima gara dell’anno in questa disciplina solo il 30 giugno a Parigi. Forte del miglior tempo delle batterie, in finale la 27enne ha fatto corsa in testa sin dall’inizio, operando una dura selezione e cedendo il passo solo alla padrona di casa, la tedesca Krause, impostasi in 9’19”80 contro il 9’22”29 dell’elvetica. La quale ha spiegato come «non ricordo gli ultimi metri, pensavo solo: “Corri, corri, fino al traguardo”». Dove ha trovato una splendida medaglia.

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KEYSTONE Per la terza volta a Berlino Mujinga Kambundji si è dovuta accontenta­re della medaglia di legno

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