Due bronzi per finire
Per la Svizzera, il Mondiale in Lettonia va agli archivi con un bottino di dieci medaglie. Due quelle d’oro.
La prova classica, o long, che ha fatto calare il sipario sui Mondiali in Lettonia, ha regalato alla Svizzera altre due medaglie di bronzo, grazie a Sabine Hauswirth e Fabian Hertner. A consuntivo, il bilancio è così di 10 medaglie. La gara classica è stata vinta una volta di più, la terza in serie, dal norvegese Olav Lundanes, davanti all’ucraino Ruslan Glibov e a Fabian Hertner, terzo a 3’37” dal vincitore. Immediatamente alle sue spalle Daniel Hubmann, 4° a 45’’ da Hertner. Solo 8° (e terzo rossocrociato) Matthias Kyburz: un piazzamento che non lo soddisfa certo, visto che l’argoviese puntava al titolo. La corsa, sul tracciato vallonato di 16 km, ha visto sempre al comando il norvegese, che ha lasciato agli avversari solo il contentino di qualche miglior intertempo nei 25 punti di controllo. Ma dal quinto punto in avanti il suo è stato un dominio pressoché incontrastato. Un leggero calo del ritmo di corsa di Lundanes a tre quarti di gara ha consentito a Fabian Hertner di ridurre lo scarto fino a una cinquantina di secondi, ma poi il basilese cedeva a sua volta sul finale di corsa, per errori nella lettura della cartina. Con questo oro Lundanes porta a 5 i titoli iridati nella specialità e supera nelle vittorie long il francese Gueorgiou. Il 33enne Hertner, unico ad aver ottenuto medaglie iridate in tutte le specialità, si toglie la soddisfazione di ottenere ancora il bronzo prima del suo ritiro dalla scena orientistica internazionale. Il ticinese Sebastian Inderst ha chiuso in crescendo i Mondiali in rappresentanza dell’Italia, cogliendo un buon 36° rango, staccato di 23’17’’ da Lundanes.
Vincitrice annunciata anche nella gara femminile, con la svedese Tove Alexandersson ottiene il terzo titolo iridato in serie nella prova long, dopo la débâcle nella gara middle. Seconda è la danese Maya Alm, nuovamente autrice di un’incredibile rimonta, mentre la svizzera Sabine Hauswirth si assicura la prima medaglia di bronzo mondiale individuale, dopo una serie di eccellenti piazzamenti fra le top ten in Coppa del mondo. Il bronzo l’ha premiata in Lettonia, dopo il 4° rango nella middle, per la sua regolarità sul percorso, che l’ha vista avanzare sempre in 3ª posizione, facilitata
dal fatto di aver raggiunto l’altra elvetica Judith Wyder. L’aggancio con la Wyder le ha confermato di star procedendo con il ritmo giusto e le ha dato sicurezza sul piano tecnico nella fase finale del percorso. La Wyder non è mai entrata in zona podio e ha chiuso 8ª.
Roos: ‘Emozione incredibile’
Per Elena Roos, che ambiva a un rango da top ten, un abbandono amaro, per il ritorno del dolore al piede che l’aveva fatta tribolare in fase di avvicinamento ai Mondiali. «Sono delusa, perché pensavo di riuscire a terminare bene questo Mondiale – sottolinea la ticinese –. Ma nella long il piede mi ha fatto molto male e non ho più potuto continuare. Però sono contentissima di questo Mondiale, che mi ha dato enormi soddisfazioni; vincere la staffetta del bosco e realizzare il miglior tempo nella tratta iniziale è stata un’emozione incredibile. Sono campionessa del mondo, è molto difficile descrivere cosa provo, ma è davvero fantastico». Elena Roos chiude i Mondiali con due medaglie: l’oro nella staffetta boschiva, l’argento nella staffetta sprint, oltre al 4° rango e relativo diploma nella sprint individuale. Un bilancio di tutto rispetto, che ne fa una delle protagoniste dell’orientamento mondiale. Per la Svizzera, l’ultima edizione dei Mondiali nei quali si ritrovano sia le prove urbane che quelle boschive, è stata un’edizione da record, con un numero di medaglie, 10, mai ottenuto finora. Nel medagliere i rossocrociati figurano però solo al secondo rango; con due medaglie d’oro, 3 d’argento e 5 di bronzo sono preceduti dalla Norvegia, che ha ottenuto tre ori, e che ospiterà l’anno prossimo i Mondiali di prove nel bosco.