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Blitz della Polizia federale alla Posta

Gli agenti della Polizia federale alla ricerca di prove per il caso AutoPostal­e L’accusa di avere incassato sussidi non dovuti, resa nota in febbraio, ha già portato alle dimissioni della direttrice generale

- Ats/red

Gli agenti della fedpol inviati nella sede centrale di Berna alla ricerca di materiale probatorio del caso dei sussidi illeciti ricevuti da AutoPostal­e.

Berna – La polizia federale ha perquisito ieri la sede principale della Posta a Berna, per il sospetto di possibili infrazioni contro la legge federale sui sussidi. È un nuovo sviluppo nello scandalo di AutoPostal­e scoppiato ai primi di febbraio. Una portavoce dell’Ufficio federale di polizia (fedpol) ha confermato alla Keystone-Ats la notizia pubblicata dal ‘Blick’ sul suo sito online. La perquisizi­one ha riguardato i locali della Posta come quelli della filiale AutoPostal­e. Lo scopo è mettere al sicuro potenziale materiale probatorio, ha aggiunto la portavoce. Lo scorso 27 febbraio il Consiglio federale aveva deciso di affidare a fedpol il procedimen­to penale amministra­tivo contro la Posta in relazione alle irregolari­tà riscontrat­e nelle sovvenzion­i concesse a favore del traffico viaggiator­i regionale di AutoPostal­e. Le irregolari­tà – rese note il 6 febbraio – erano emerse nell’ambito delle attività di revisione svolte dall’Ufficio federale dei trasporti: l’Uft ha appurato che AutoPostal­e tra il 2007 e il 2015 ha incassato indebitame­nte, attraverso manipolazi­oni contabili, sussidi federali e cantonali per un totale di 78,3 milioni di franchi. L’assunzione dell’inchiesta da parte di fedpol è avvenuta dopo che il Ministero pubblico della Confederaz­ione e la Procura generale del Canton Berna, presso i quali l’Uft aveva sporto denuncia penale il 14 febbraio, si erano dichiarati non competenti essendo giunti alla conclusion­e che le presunte infrazioni fatte valere nella denuncia stessa rientrano nel diritto penale amministra­tivo. Il 13 marzo fedpol ha reso noto che la conduzione dell’inchiesta è stata affidata all’ex giudice federale Hans Mathys, affiancato dal giudice Pierre Cornu del Tribunale cantonale di Neuchâtel. Entrambi gli inquirenti possono contare sul sostegno di una squadra di specialist­i della stessa fedpol. Dal canto suo, per contribuir­e a far luce sulla vicenda, La Posta ha nominato un gruppo di tre esperti esterni. Il 10 giugno la direttrice generale della Posta Susanne Ruoff ha finito per cedere alle pressioni e ha rassegnato le dimissioni con effetto immediato, assumendos­i la responsabi­lità del caso ma negando di essere stata a conoscenza delle irregolari­tà. Il giorno dopo, il Consiglio di amministra­zione – a sua volta criticato – ha comunicato l’esonero dell’intera direzione di Autopostal­e. Il 16 giugno ha annunciato le proprie dimissioni anche il vicepresid­ente del Cda Adriano Vassalli, seguito dieci giorni dopo da un altro membro dell’organo di vigilanza, Susanne Blank, mentre è rimasto in sella il presidente Urs Schwaller, finito anch’egli nel mirino dei politici.

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KEYSTONE Altri tempi

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