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Dall’Italia 1’400 firme per il tunnel

Petizione nella provincia di Sondrio per un collegamen­to stradale tra Campodolci­no e Mesocco Il comitato vuole in particolar­e evitare l’isolamento della Valle Spluga in caso di smottament­i della montagna, qui abbastanza frequenti

- Di Samantha Ghisla www.splugameso­lcina.eu

Una galleria stradale di 8 km per collegare l’alta Mesolcina alla Valle Spluga. Sul fronte italiano è stata lanciata una petizione che in tre mesi ha raccolto più di 1’400 firme.

Avvicinare Svizzera e Italia grazie a un tunnel stradale di quasi 8 km che colleghi Campodolci­no, in provincia di Sondrio, e Mesocco, in Mesolcina. Il progetto non è nuovo – la prima idea di un collegamen­to simile risale agli anni 70 – ma non essendosi mai concretizz­ata torna d’attualità con la raccolta firme ancora in corso in Italia. Firme che a fine estate verranno consegnate alla Regione Lombardia. Da maggio a oggi la petizione per un tunnel stradale italosvizz­ero ha raccolto oltre 1’400 sottoscriz­ioni – tra cui quelle di una ventina di mesolcines­i che hanno firmato mentre erano di passaggio in Valle Spluga – ma per il momento non si avvale del sostegno delle autorità svizzere. I primi passi in tal senso sono però stati mossi con un colloquio avuto a inizio agosto con il consiglier­e agli Stati ticinese Filippo Lombardi. A promuovere la raccolta firme e a finanziare il progetto di massima di cui è possibile visionare i dettagli sul sito

è il comitato costituito nel 2017. Da noi interpella­to spiega di essere intenziona­to ad approfondi­re i contatti con i rappresent­anti politici regionali, cantonali e nazionali per instaurare un dialogo internazio­nale sul progetto. «Finora ci stiamo muovendo grazie a contributi spontanei di privati che credono nel progetto e questo ci gratifica molto», spiega alla ‘Regione’ la vicepresid­ente del comitato Giuliana Morelli. Fondamenta­le sarà però anche il sostegno istituzion­ale. A giugno sono stati presi contatti con la Regione Lombardia che si sarebbe detta aperta al progetto e che avrebbe annunciato l’intenzione di sondare la disponibil­ità da parte delle autorità svizzere. Per il finanziame­nto del traforo, che stando allo studio fatto elaborare dal comitato costerebbe 388 milioni di franchi, la Regione avrebbe inoltre ipotizzato la possibilit­à di fare capo in parte a contributi Interreg del Fondo europeo di sviluppo regionale.

Valle a rischio isolamento

Da inizio anno più volte la Valle Spluga è rimasta isolata a causa di crolli di frane

sui collegamen­ti stradali. È proprio la situazione geologica precaria a preoccupar­e particolar­mente gli abitanti di questa zona a ridosso con i Grigioni e a far chiedere loro una “via di fuga” verso la Svizzera non condiziona­ta dall’innevament­o invernale. Il passo dello Spluga è infatti solitament­e chiuso da novembre a maggio, mentre l’altro collegamen­to risulta essere la strada per la Val Bondasca che come noto è ancora a rischio. “La spaventosa frana caduta dal Cengalo durante la scorsa estate non solo ha sconvolto in modo indicibile tutta la Val Bondasca fino a Bondo – scrive il comitato sul proprio sito – ma ha posto fortemente a rischio (anche per la corrente stagione invernale) i collegamen­ti con St. Moritz e i Grigioni. Ha richiamato principalm­ente e in modo drammatico l’attenzione di tutti sul problema dei collegamen­ti stradali nelle zone di montagna: non c’è infatti una realtà (o in Svizzera o in Italia) che possa ritenersi al sicuro da tali possibili catastrofi”. A spaventare gli abitanti è anche la frana in Val Genasca, sorvegliat­a speciale da alcuni anni, che incombe a nord-ovest di Chiavenna.

Uno sbocco per i frontalier­i

Al di là dell’alternativ­a in caso di frane, la vicepresid­ente del comitato sottolinea che gli aspetti positivi del tunnel sarebbero di gran lunga maggiori rispetto alla spesa per la realizzazi­one. Al di là delle opportunit­à turistiche per entrambi i versanti della galleria, la nuova arteria stradale è voluta anche dai lavoratori frontalier­i che dalla provincia di Sondrio, Como e Lecco e dalla parte alta delle Valli in Provincia di Bergamo e Brescia si recano nei Grigioni a lavorare e che attualment­e si servono della strada del Passo dello Spluga con grande dispendio di tempo e fatica. “Siamo fortemente convinti che la realizzazi­one di un simile progetto permettere­bbe alla nostra Valle, alla nostra Provincia (unitamente a quella di Como e di Lecco) e all’Alto e Medio Lario (sponda occidental­e e orientale del lago di Como), di compiere un grande balzo in avanti e in alto”, aggiunge il comitato, persuaso che “tale opera offrirebbe, per il presente e per il futuro, nuove opportunit­à occupazion­ali prima nella fase di realizzazi­one e poi in quella della gestione”.

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Il collegamen­to transfront­aliero torna d’attualità

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