Impossibili crolli del genere in Svizzera
Circa cinquemila ponti, viadotti e cavalcavia. Le autostrade svizzere sono piene di strade sospese. Ma quanto avvenuto a Genova «da noi, con una verosimiglianza prossima alla certezza, è impossibile che avvenga. Per lo meno in circostanze normali», ossia facendo astrazione da possibili gravi catastrofi naturali. Ne è convinto il portavoce dell’Ufficio federale delle strade (Ustra) Thomas Rohrbach. Il perché lo ha spiegato martedì sera a ‘10 vor 10’ il direttore dell’Ustra Jürg Röthlisberger: «Non ci sono ponti vecchi o moderni. L’essenziale sta nella manutenzione continua di queste infrastrutture». E i ponti elvetici sono sottoposti a ispezioni regolari approfondite almeno ogni cinque anni. Le strutture degli anni 60 sono adattate alle nuove norme di sicurezza, ha detto Röthlisberger, aggiungendo che anche in Italia lo si fa, «ma è forse una questione di finanziamento». Un’opinione condivisa da Eugen Brühwiler, responsabile del Laboratorio di manutenzione, costruzione e sicurezza dei manufatti al Politecnico federale di Losanna, interrogato dalla Rts. «I colleghi italiani conoscono benissimo i problemi che pongono i loro viadotti. Ma resta la domanda: intervengono al momento opportuno?». In Svizzera, nelle ispezioni approfondite condotte ogni cinque anni sono esaminati gli aspetti più critici della costruzione, in particolare i giunti di dilatazione. In questo modo si possono adattare le infrastrutture sottoposte a carichi sempre più pesanti. Inoltre «i nostri dipendenti sulle autostrade guardano ogni giorno se sui ponti siano visibili danni strutturali», aggiunge Rohrbach.