Novartis si dota di un manager per l’etica
Basilea – Novartis ha un nuovo responsabile nel campo dell’etica: il gruppo farmaceutico renano, il cui nome è stato fatto in diversi scandali, ha annunciato di aver nominato Klaus Moosmayer alla funzione di Chief ethics, risk and compliance (etica, rischi e conformità). Attualmente in forza quale Chief compliance officer presso il gruppo industriale Siemens, il 49enne tedesco assumerà le sue funzioni il primo dicembre, informa Novartis in un comunicato. Succederà a Shannon Thyme Klinger, manager che in maggio è stata nominata nuova responsabile del servizio giuridico (Group General Counsel), dopo che il predecessore è stato travolto dalla vicenda delle relazioni pericolose con l’avvocato del presidente americano Trump. Moosmayer ha esperienza con i casi di corruzione: si è dovuto occupare della vicenda dei fondi neri di Siemens, costata al gruppo 1,6 miliardi di euro dieci anni fa. È stato anche implicato nella discussa fornitura di turbine a gas in Crimea, in violazione delle sanzioni alla Russia. Anche presso Novartis i casi imbarazzanti non mancano. Particolarmente importante è la vicenda di corruzione venuta alla luce in Grecia: fra 2006 e il 2015 la società avrebbe pagato tangenti per far aumentare i prezzi dei propri farmaci sul mercato ellenico e per farli acquistare dal servizio sanitario nazionale. Un’altra vicenda che ha fatto molto discutere è quella relativa alle relazioni con l’avvocato Michael Cohen, il legale del presidente Donald Trump finito nella bufera per attività di lobbying illegali. Come noto all’inizio di maggio Novartis ha ammesso di aver sottoscritto nel febbraio 2017 un contratto da 1,2 milioni di dollari con la Essential Consultants, società di Cohen. Obiettivo: fornire consulenza sulla politica sanitaria. Per i critici la manovra aveva in realtà quale scopo quello di avere un accesso privilegiato alla nuova amministrazione. Poco apprezzato, ai piani alti di Novartis, è stato il fatto che a rivelare i pagamenti del gigante farmaceutico a Cohen era stato l’avvocato di Stormy Daniels, la pornostar 39enne che sostiene di aver avuto un incontro sessuale con Trump nel 2006 e che ha ricevuto 130mila dollari dalla Essential Consultants.