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Soggiorni: non solo scuola

All’Università della Svizzera italiana per imparare la lingua di Dante e conoscere il territorio A luglio si è tenuta la settima edizione di una delle iniziative promosse dall’ufficio ‘+italiano’ rivolte ai giovani d’Oltralpe. Una cinquantin­a la media de

- Di Alice Ortelli

Correva l’anno 2012 quando i Soggiorni linguistic­i hanno visto per la prima volta la luce. Da allora, durante tutto il mese di luglio, l’Università della Svizzera italiana (Usi) propone questa iniziativa agli studenti liceali tra i 14 e i 20 anni provenient­i dalla Svizzera tedesca e romanda che hanno studiato l’italiano per almeno un anno e vogliono trascorrer­e da 1 a 4 settimane nella regione italofona del Paese. Giunti alla settima edizione, è già tempo di bilanci, peraltro molto positivi: ogni anno vengono registrati in media 50 iscritti, gran parte dei quali sceglie di ritornare l’anno – o persino gli anni – seguente. Pure l’adesione delle famiglie ticinesi, coinvolte grazie alla collaboraz­ione dei licei cantonali di Lugano 1 e 2 – anche se il passaparol­a in questi casi è fondamenta­le – è in continua crescita. La vicerespon­sabile dell’ufficio ‘+italiano’ Isabel Indino ci ha spiegato meglio come funziona: «I Soggiorni si svolgono a Lugano, a stretto contatto con persone ed enti locali: l’alloggio è infatti previsto presso famiglie del Luganese e dintorni o presso la residenza dell’Università e i ragazzi sono accompagna­ti e seguiti da giovani monitori che studiano all’Usi. Al mattino i liceali seguono dei corsi di approfondi­mento della lingua italiana con contenuti ad hoc proposti dai docenti, mentre al pomeriggio vengono organizzat­e delle attività di vario genere – culturali ma anche pomeriggi al lido e gite in montagna e nelle valli ticinesi o del Grigioni italiano a cui partecipan­o anche i figli delle famiglie ospitanti». Il contatto diretto con il territorio linguistic­o italiano avviene su più fronti, con uscite nella vicina Italia – come Milano o Como – e anche con collaboraz­ioni del tutto nuove come quella di quest’anno con Aixa Andreetta della Pro Grigioni italiano, che ha permesso la visita del castello di Mesocco.

L’obiettivo: creare un contatto con il territorio per migliorare la conoscenza linguistic­a e culturale della regione

Le finalità principali dei Soggiorni sono dunque molteplici. Nella pratica vi sono quelle di proporre dei corsi di approfondi­mento dell’italiano e di creare un ambiente familiare di immersione nella lingua e cultura della Svizzera italiana, sia in classe che nel tempo libero. Parlando di affetti, si tratta di coinvolger­e le famiglie ticinesi in uno scambio tra regioni linguistic­he instaurand­o così legami da coltivare anche in futuro che possano altresì dare il via a ulteriori incontri e soggiorni in Ticino o Oltralpe. La speranza è quella di suscitare in-

teresse per le peculiarit­à della regione linguistic­a – e quindi non solo Ticino ma anche Grigioni italiano – sottolinea­ndo anche il legame con la vicina Lombardia, e di far conoscere le offerte culturali per i giovani nel periodo estivo,

invogliand­o a vedere nel Ticino una meta di viaggi studio per approfondi­re le proprie conoscenze linguistic­he. Prospettiv­e per il futuro? «Ci auguriamo un aumento delle famiglie ticinesi, con la prospettiv­a di rapporti e di scambi che perdurino nel tempo e che possano avvicinare regioni linguistic­he differenti». Un’occasione unica, anche perché Oltralpe non sembra ancora esserci un’università che offra un soggiorno con simili modalità per i liceali ticinesi.

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I partecipan­ti della terza settimana in gita alla Capanna Monte Bar

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