Posta di Arbedo, rapinatore condannato
Sedici mesi con la condizionale per l’italiano che a marzo tentò il colpo all’ufficio postale. Poco dopo si consegnò alla polizia.
Il pentimento e la consegna alla polizia sono arrivati subito dopo la tentata rapina commessa lo scorso 28 marzo ai danni dell’ufficio postale di Arbedo. Un atto – compiuto con una pistola soft air scarica in pugno – per cui la Corte delle Assise correzionali di Bellinzona riunita a Lugano ha condannato ieri un 39enne italiano a una pena detentiva di 16 mesi sospesa condizionalmente per 3 anni di prova. L’uomo, che ha scontato 36 giorni di carcere preventivo, è inoltre stato espulso per un periodo di cinque anni e dovrà pagare una multa effettiva di 8’000 franchi.
Riconosciuto il pentimento
Partito da Bologna la mattina del 28 marzo, una volta giunto alla Posta di Arbedo ha minacciato l’impiegata con una pistola soft air (una replica perfetta di una Colt Rail Gun 4,5 mm introdotta illegalmente sul territorio svizzero), intimandole di consegnargli l’importo di 60’000 franchi. Importo che l’uomo aveva ‘riservato’ il giorno precedente, ben sapendo di non avere sufficiente copertura sul proprio conto. La pronta reazione dell’impiegata ha permesso di abbassare il vetro dello sportello e di attivare l’allarme. A quel punto il 39enne si è dato alla fuga per poi, poco dopo, costituirsi alla centrale di polizia di Bellinzona. Un immediato pentimento di cui il procuratore pubblico Zaccaria Akbas ha tenuto conto nella proposta di pena, accettata in maniera irrevocabile dall’imputato, difeso dall’avvocato Fabio Bacchetta Cattori, e dall’accusatore privato (la Posta). Entrambi hanno infatti rinunciato a impugnare la sentenza, il tutto nell’ambito della procedura con rito abbreviato che prevede, per le parti coinvolte, l’accettazione della proposta di pena.
I debiti come movente
All’origine delle azioni del 39enne, che al momento dei fatti era disoccupato, una situazione economica poco florida. Prima della tentata rapina aveva infatti ricevuto pressioni a causa di alcuni debiti che aveva in Italia, dove si era trasferito alla fine del 2017 lasciando il domicilio di Arbedo. Condizioni che hanno portato un uomo, che mai si era macchiato di reati, a compiere il gesto impulsivo. G.R.