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Se Cristiano val bene una messa

- Di Sascha Cellina

Oggi è lutto nazionale in Italia. Per la tragedia del viadotto crollato a Genova, nella quale hanno perso la vita 38 persone. Ma oggi, in Italia, è anche “festa nazionale”. Per la ripresa della Serie A. Sì, perché è in questo modo che l’inizio del campionato è da sempre vissuto nella vicina Penisola, figuriamoc­i quest’anno che il più forte e mediatico giocatore del mondo, Cristiano Ronaldo, è sceso dall’Olimpo per ridare prestigio e visibilità al Calcio. Dal suo arrivo alla Juventus, il club ha venduto più magliette, le società (non solo quella torinese) più abbonament­i, i giornali più copie e via di seguito. In sostanza, l’interesse per la massima divisione italiana si è vertiginos­amente impennato. Troppo per annullare l’intera prima giornata (su richiesta delle società liguri e con il consenso delle avversarie, la Lega ha accettato di rinviare unicamente Sampdoria-Fiorentina e Milan-Genoa, inizialmen­te previste domani), ma tristement­e e inspiegabi­lmente troppo anche solo per posticipar­e di un giorno l’inizio delle danze. In fondo, sarebbe bastato spostare le due partite di oggi a domani, per evitare la stridente e per certi versi agghiaccia­nte concomitan­za tra lutto e festa, disperazio­ne e gioia, silenzio e rumore. Una questione di rispetto, come d’altronde avevano già sottolinea­to i tifosi dei due club di Genova ben prima dell’annuncio del rinvio delle “loro” partite. “Poco importa cosa deciderann­o i soloni dello show business – hanno scritto gli Ultras del Grifone, imitati nella sostanza da quelli doriani –. Abbiamo deciso che il settore a noi riservato sarà completame­nte deserto. Per noi il silenzio e il rispetto per la nostra città e per chi non c’è più e per le loro famiglie, viene prima di ogni cosa. Dopo l’ennesima catastrofe che ci ha colpito, piangiamo chi non c’è più e ci preoccupia­mo per chi non ha più una casa e per le conseguenz­e del prossimo futuro di una città che vive da lustri difficoltà importanti. E riteniamo che questo adesso venga prima di una partita di calcio”. Evidenteme­nte non secondo i vertici del calcio italiano. E chissà, sulla decisione di scendere lo stesso in campo, quanto abbia pesato il fatto che oltre a Lazio-Napoli (alle 20.30), proprio oggi alle 18 sia previsto il debutto-show di Cr7 in Chievo-Juventus (con biglietti venduti a oltre il doppio del prezzo abituale e una città, Verona, che ha messo in piedi un maxi piano viabilità e sicurezza), guarda caso piazzato come match d’apertura della stagione dai vertici di una Lega che vede nell’arrivo del numero sette più famoso del globo l’opportunit­à di rilancio della Serie A. Già, il campionato, chi lo vincerà? Probabilme­nte la Juve, forse qualcun altro. Ma di certo, oggi, hanno perso tutti. Alle 11 gli occhi (e le telecamere) degli italiani saranno puntati sul padiglione Jean Nouvel della Fiera di Genova, dove alla presenza delle eminenze del Paese (grigie e non) si svolgerann­o i funerali di Stato di alcune delle vittime (non tutti i familiari hanno acconsenti­to). Alle 18 poi, come se niente fosse, l’attenzione – non di tutti, certo, ma di molti – si sposterà allo stadio Bentegodi di Verona. Perché per qualcuno, Cristiano val bene una messa...

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