Riforma fiscale, evitare boomerang
Ivo Durisch, su ‘laRegione’ di giovedì scorso, si esprime criticamente su una possibile riduzione delle imposte, perché questa andrebbe principalmente a vantaggio dei ricchi, con il rischio di sottrarre allo Stato i mezzi per fornire alla popolazione dei servizi di qualità. Il ragionamento di Durisch, al quale riconosco una notevole onestà intellettuale, contiene una preoccupazione di equità sociale condivisa da molti cittadini. La votazione dello scorso 29 aprile sulle misure fiscali della cosiddetta riforma fiscale-sociale ha dimostrato lo scarso entusiasmo de ticinesi per certi sgravi fiscali (...)
Segue dalla Prima (...): la partecipazione è stata appena del 32,4% e il sì ha vinto con un misero 50,1%. Se diversi esponenti socialisti non si fossero schierati a favore della riforma l’oggetto sarebbe stato verosimilmente respinto. Ma questo basta a chiudere la porta a qualsiasi riduzione di imposta? La riforma fiscale-sociale conteneva misure interessanti per le persone benestanti (parte fiscale) e per le famiglie con figli e con doppio reddito (parte sociale). Nel ceto medio i “single”, le coppie senza figli e le coppie monoreddito con figli sono invece rimasti sostanzialmente a bocca asciutta. Per queste categorie di persone una riduzione d’imposta può senz’altro dare un po’ di sollievo in vista della “fine del mese”. Credo quindi che sia sbagliato schierarsi aprioristicamente contro qualsiasi riduzione di imposta, tanto più che in Ticino negli ultimi anni il gettito fiscale delle persone fisiche è cresciuto in modo importante (+14% negli ultimi 5 anni). Occorre tuttavia evitare che un’eventuale riforma fiscale si trasformi in un boomerang per i cittadini. Un eventuale pacchetto fiscale, a mio avviso, dovrà quindi tenere conto di quattro principi. (1) Dovrà essere equo: non dovrà quindi essere finanziato tramite una riduzione delle prestazioni sociali per le fasce più fragili della popolazione; (2) dovrà essere effettivo: non dovrà quindi essere compensato dall’aumento di tasse e imposte di altro genere (p. es. imposte di circolazione o tasse di cancelleria) o da aumenti dei moltiplicatori d’impo- sta comunali; (3) dovrà essere mirato, dovrà quindi favorire innanzitutto il ceto medio e le categorie di persone escluse dai precedenti pacchetti; (4) dovrà essere sostenibile: non dovrà quindi squilibrare i (convalescenti) conti cantonali. La strada appare molto stretta, ma credo che valga la pena esplorarla, senza dogmi o preconcetti.