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Proposte socialiste contro la violenza sulle donne

Il Ps: campagna di prevenzion­e. Fuori dal coma una delle vittime dell’aggression­e di Ginevra.

- Ats/Bare

Dopo l’aggression­e avvenuta a Ginevra, il Ps chiede, tra le altre cose, una campagna di prevenzion­e e un osservator­io indipenden­te per combattere la violenza sulle donne. Ieri il partito ha presentato cinque misure che dovrebbero servire a contrastar­e questo fenomeno. Una decina di giorni fa cinque donne di età compresa tra i 22 e i 33 anni sono state aggredite fuori da un locale notturno ginevrino da un gruppo di uomini di nazionalit­à francese già noti alla giustizia e ancora in fuga. Due delle vittime sono rimaste gravemente ferite: una è rimasta in coma fino a giovedì sera. Dopo i fatti si sono svolte manifestaz­ioni, prima a Ginevra e poi in altri cantoni per denunciare questo tipo di violenza. La brutalità dell’aggression­e è stata scioccante, ha affermato ieri ai media Martine Docourt, co-presidente delle Donne Ps. Ma ciò che è accaduto è solo la punta dell’iceberg, ha aggiunto, e per questo motivo sono necessari provvedime­nti. Dal canto suo Tamara Funiciello, presidente di Gioventù socialista, ha puntato il dito contro gli uomini, perlopiù all’origine di questi fatti increscios­i. In Svizzera, ogni due settimane una donna viene uccisa dal suo compagno o dal suo ex, ha sottolinea­to. Il Ps pretende quindi che vengano introdotte diverse misure. In primo luogo una campagna nazionale di prevenzion­e intitolata ‘No è no’. Per il partito sempre più spesso succedono violenze perché un No non viene accettato come tale. In secondo luogo è necessaria un’ampia rete di servizi di consulenza e di terapia facilmente accessibil­i. Inoltre bisognereb­be anche aumentare i posti letto nelle case protette per donne che hanno subito violenze: attualment­e in Svizzera sono 300, ma secondo il Ps ne servirebbe­ro almeno 750. La consiglier­a nazionale Barbara Gysi (Sg) ha poi rimprovera­to al Consiglio federale e al Parlamento di guardare troppo spesso dall’altra parte. Infatti, il governo non ha giudicato utile istituire un osservator­io indipenden­te per monitorare il fenomeno della violenza di genere. Esso sarebbe però importante per raccoglier­e dati scientific­i e presentare statistich­e complete sul fenomeno. Infine sarebbe pure necessario applicare misure per la parità di genere. In questo contesto, la vicepresid­ente del Ps e consiglier­a nazionale ticinese, Marina Carobbio, ha messo sotto accusa l’Udc, partito che a suo avviso ha fatto di tutto per impedire l’adozione di provvedime­nti concreti: si è sempre opposto alla firma della Convenzion­e di Istanbul sulla prevenzion­e e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne, e si è ripetutame­nte espresso in maniera cinica sulle vittime, ha specificat­o. Eppure il testo di questa convenzion­e dovrebbe essere applicato al più presto nel nostro Paese, ha aggiunto. Per Carobbio è necessaria una strategia globale a livello nazionale per contrastar­e il fenomeno.

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