‘Ho visto i tiranti spezzarsi’
Si fa strada l’ipotesi del cedimento degli stralli per spiegare il crollo del Ponte Morandi a Genova Le testimonianze oculari e delle webcam sono al vaglio dei magistrati. Ieri i primi funerali, oggi le esequie di Stato. Ancora cinque i dispersi.
Genova – Ancora cinque dispersi sotto le macerie del Ponte Morandi e una ipotesi che si fa strada: a far crollare il viadotto genovese potrebbe essere stato il cedimento di uno strallo, le possenti bretelle collegate ai pilastri del ponte. Un’ipotesi, ma “un’ipotesi di lavoro seria”, ha detto Antonio Brencich, docente dell’Università di Genova e membro della Commissione dei trasporti e delle infrastrutture che deve accertare le cause del crollo. Un’ipotesi che risulterebbe confermata anche dalla testimonianza di una donna che si trovava in via Fillak quando ha visto l’inizio del disastro: “Ho visto i tiranti spezzarsi contemporaneamente, poi sono caduti sulla carreggiata, l’hanno fatta salire in alto e dopo si è spezzata la campata”. Ieri si sono già celebrati i funerali di alcune vittime (è ancora 38 il numero di quelle accertate), i cui familiari hanno preferito la forma privata, chi per protesta, chi per discrezione. Aspettando oggi i funerali di Stato, i lavori sulle macerie proseguono. Una parte dei detriti è stata posta sotto sequestro dalla magistratura. Anche il presidente della commissione ispettiva del ministro Infrastrutture e trasporti Roberto Ferrazza è andato al sodo: “Le macerie parlano”. E le macerie dicono che sì, probabilmente è stato lo strallo che sorreggeva la campata a cedere e a provocare il crollo. Oltre alla testimonianza citata, anche le immagini delle webcam, poco chiare, per la verità, a causa della pioggia, lo confermerebbero. La procura ha già nominato i suoi consulenti tecnici, gli ingegneri Pier Giorgio Malerba, docente al Politecnico di Milano, e Renato Buratti di Genova. Per loro, che in mattinata hanno incontrato gli ingegneri della commissione ispettiva, quesiti stringenti e domande dirette. “La priorità adesso – ha detto ancora Ferrazza – è mettere in sicurezza l’area”. Intanto il governo, pur impegnato a fondo nella guerra ai Benetton, sta esaminando i provvedimenti più immediati per rimediare ai problemi di viabilità e alla sistemazione degli sfollati che hanno dovuto abbandonare i palazzi sopra i quali passava il viadotto. Per coordinare i diversi aspetti dell’emergenza, dagli sfollati alla viabilità, dovrebbe essere a breve nominato anche un commissario ad hoc, forse il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Una legge speciale dovrebbe regolare la ricostruzione del ponte, stavolta in acciaio, che il governo chiede ad Autostrade di pagare di tasca propria: Toti pretende lavori lampo, in dieci mesi, il sottosegretario alle Infrastrutture Edoardo Rixi ipotizza come possibile il completamento del nuovo ponte “entro il 2020”.