Migranti, cala la pressione alla frontiera
Dall’inizio dell’anno sino al 10 agosto sono 3’156 i migranti che, dopo essere entrati clandestinamente in Ticino, sono stati consegnati alla Polizia di frontiera di Ponte Chiasso. Un numero, a voler ben vedere, più che dimezzato rispetto allo stesso periodo del 2017 quando le riammissioni erano state 6’961. Una lettura di questi dati porta alla conferma che la pressione sulla frontiera è diminuita, anche in considerazione del fatto che gli sbarchi sulle coste italiane sono notevolmente calati. «La presenza di migranti sul nostro territorio continua ad essere alta – sostiene Roberto Bernasconi, direttore della Caritas diocesana di Como –. Anche perché il confine continua a essere un’attrattiva». Affermazione che trova riscontri osservando la struttura presente a Como. Attualmente, infatti, il centro governativo di via Regina Teodolinda, aperto nel settembre 2016, ospita 192 migranti. Confine attrattivo ma, come detto, meno sollecitato, visto che nello stesso periodo dello scorso anno erano oltre trecento. Oltre la metà sono di origine pachistana, mentre gli altri provengono soprattutto dalla Somalia e da altri Paesi africani. Una dozzina le donne, perlopiù nigeriane e somale. Non è dato sapere cosa ne sarà del centro governativo, gestito dalla Croce Rossa e dalla Caritas diocesana a seguito di una convenzione della Prefettura per conto del Ministero dell’interno guidato dal leghista Salvini, il quale prima di arrivare al governo sosteneva che dovesse essere chiuso. La convenzione scade il prossimo 31 dicembre, e nessuna decisione allo stato attuale è stata presa. Nel frattempo sono 128 i pasti alla mensa serale per i senzatetto (metà italiani e metà stranieri) che di notte, per tetto, hanno le stelle. Sui migranti in città c’è da registrare inoltre che quest'anno per la prima volta la Questura di Como ha consegnato al Ticino otto stranieri. Sul versante dei migranti un’altra novità: 42 hanno accettato il rimpatrio volontario assistito. Sono tornati al Paese d’origine, con il volo pagato e 3mila euro a testa per avviare un’attività che garantisca la loro sussistenza. M.M.