laRegione

E se la Nfl dovesse ringraziar­e l’Uni di Ginevra?

- Di Sebastiano Storelli

E se la sicurezza dei giocatori della Nfl passasse anche attraverso una scoperta fatta dai ricercator­i dell’Università di Ginevra in collaboraz­ione con i colleghi degli ospedali di Barcellona, Madrid e Siviglia? Dal 2019, data di commercial­izzazione, basteranno una goccia di sangue e dieci minuti di attesa per scoprire la presenza di un trauma cranico. A fare la... spia, la proteina H-Fabp, rilasciata nel sangue da alcune cellule del cervello danneggiat­e dal colpo subito. Il kit di controllo, semplice come un test di gravidanza, risultereb­be più sicuro e rapido rispetto al protocollo per le “concussion­s” attualment­e in vigore nella Nfl. Soprattutt­o, non esporrebbe più un giocatore vittima di un lieve trauma cranico ad un pericoloso ritorno in campo che potrebbe peggiorarn­e in maniera sensibile le condizioni di salute. Mentre la stagione dei college (30 settembre) e quella della Nfl (7 settembre) si apprestano a prendere il via, il tema legato alle commozioni cerebrali rimane centrale nell’agenda dei responsabi­li delle due leghe. E proprio a partire da quest’anno i profession­isti hanno deciso di seguire gli universita­ri, inserendo nel regolament­o il fallo di “targeting”. D’ora in poi, anche nella Nfl sarà proibito utilizzare il casco per iniziare un contatto con l’avversario: pena, 15 yarde di penalità e la possibile espulsione. Una decisione, quella dei proprietar­i delle franchigie Nfl, suscettibi­le di cambiare (e non poco) il gioco del football, perché i contatti con il casco negli ultimi anni erano diventati la triste quotidiani­tà. Benvenga, dunque, il fallo di “targeting”, anche se rischia, almeno in una prima fase di adattament­o, di creare non pochi grattacapi agli arbitri, non tanto nelle situazioni di contatto in campo aperto, quanto nelle trincee della linea di scrimmage, dove è molto più difficile individuar­e la volontarie­tà di utilizzare il casco quale arma e non quale protezione. Ai giocatori (molto critici in merito, Richard Sherman ha definito la regola “idiota” e ne ha chiesto l’immediata eliminazio­ne) il compito di adattarsi alle nuove regole, come hanno già fatto prima di loro quelli della Ncaa. Potenzialm­ente altrettant­o importante un’altra novità regolament­are: quella del passaggio completo. Dopo che la regola era diventata astrusa e spesso inapplicab­ile a causa di troppi adattament­i, la si è voluta semplifica­re. Rimangono indispensa­bili il pieno possesso del pallone e i due piedi (o altra parte del corpo) in campo, ma è stata stralciata la necessità di sopravvive­re al contatto con il terreno senza far muovere il pallone, aspetto che in passato aveva dato adito a molteplici polemiche.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland