laRegione

L’ultimo ‘grazie’

Almeno 300 persone hanno partecipat­o, ieri a Gravesano, all’estremo saluto a Pier Felice Barchi

- Di Jacopo Scarinci

Alla cerimonia presenti molti esponenti del mondo politico ticinese e nazionale, ma anche tanti amici e gente comune

Era gremita la chiesa Ss. Apostoli Pietro e Paolo di Gravesano, ieri pomeriggio, per l’ultimo saluto a Pier Felice Barchi. Dentro e fuori. Sul sagrato, le persone erano disposte – vuoi per ripararsi dal sole, vuoi per dolce simbolo di fratellanz­a e amicizia – a ferro di cavallo. Ad abbracciar­e Barchi. E a farlo sono stati in circa 300. Alte cariche dello Stato, comunali e della magistratu­ra, presente anche l’ex consiglier­e federale Pascal Couchepin, molto legato a Barchi, come gli amici di una vita. Compagni di partito come esponenti socialisti, popolari democratic­i e democentri­sti. E tante persone comuni, che hanno mostrato – in fin dei conti – quanto davvero Barchi abbia lasciato il segno. Come tutte le persone piene di interessi e passioni, Barchi era un uomo semplice e disponibil­e. Questo è stato il ‘trait d’union’ di tutti gli interventi pronunciat­i da chi ha voluto prendere la parola per salutarlo, raccontare aneddoti, condivider­e in pubblico ricordi ed emozioni fino a quel momento intimi e privati. Come quelli di uno dei figli che, tenerament­e, ha ricordato come da piccolo «rimanessi alzato, e dal piano di sopra osservassi tu e la mamma che guardavate i film della sera alla television­e». Il suo film preferito era “Piccolo grande uomo”, un western che, ricorda sempre il figlio, «denunciava i limiti e le ingiustizi­e della nascente società americana, e sottolinea­va allo stesso tempo l’importanza della vita in comunità. Si concludeva con il vecchio capo tribù che, consapevol­e fosse arrivata la sua ora, saliva in cima a un colle per lasciarsi morire. Mi piace ricordarti così, come un premuroso capo tribù sempre amorevole nei nostri confronti». Sono i piccoli gesti che rendono grandi gli uomini, si dice. E sono i comportame­nti non eclatanti quelli che spesso si stampano nella memoria. Come il fatto – ricordato dall’avvocato Fabio Nicoli – che con chi negli anni sia approdato a lavorare nel suo studio legale non ci sia mai stato bisogno di firmare un contratto, perché era sufficient­e una stretta di mano. O che, senza interferir­e mai, sia sempre stato a disposizio­ne di tutti per cercare di affrontare nel migliore dei modi problemi e questioni. Che potevano riguardare qualsiasi ambito, dal piccolo Comune alla candidatur­a di Ignazio Cassis per il Consiglio federale. «Era un uomo fermo, e fermamente quando stavamo preparando la campagna per Cassis – ricorda infatti Bixio Caprara, presidente di un Partito liberale radicale ieri presente in massa – mi ha consigliat­o di trasferirm­i a Berna le settimane che precedevan­o il voto delle Camere federali». Ma come è stato ricordato da chi lo conosceva bene, Pier Felice Barchi non era

solo un ‘politico’. E quindi non solo attraverso la politica ieri è stato fatto il ritratto di un uomo poliedrico, pieno di passioni e, soprattutt­o, gentile. Ed è nelle parole di don Massimo Braguglia, parroco di Bedano, Gravesano e Manno, che si è percepito il lascito di Barchi. Parole inviate da Lourdes, dove è in pellegrina­ggio spirituale. «Mai una volta è venuto meno il sorriso sulle tue labbra quando venivo a trovarti per darti l’eucarestia – ha detto don Massimo –. Così pure è stata una lezione il modo in cui hai affrontato la malattia, mai una volta ho sentito parole di ribellione sulle tue labbra e visto sul tuo volto espression­i di insofferen­za. Hai accettato con serenità e tanta pazienza tutto quello che la quotidiani­tà presentava. Non è facile, soprattutt­o perché fino all’ultimo sei stato molto lucido». Fino a quell’ultimo ‘grazie’, «ennesima prova della tua signorilit­à, detto alla signora che si prendeva cura di te prima di esalare il tuo ultimo respiro».

 ?? CRINARI/TI-PRESS ?? Un momento del funerale
CRINARI/TI-PRESS Un momento del funerale

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland