L’Udc romanda perde pezzi
Negli scorsi giorni quattro esponenti del partito hanno dato le loro dimissioni nella Svizzera francese Secondo il consigliere nazionale Marco Chiesa, dopo l’elezione in governo di Guy Parmelin, in Romandia ‘ci si è un po’ seduti’
L’Udc romanda perde pezzi e questo a poco più di un anno dalle elezioni federali dall’ottobre 2019. Dopo i presidenti delle sezioni cantonali di Neuchâtel e Friburgo, le dimissioni più sorprendenti sono quelle annunciate lunedì da Kevin Grangier, che lavora in seno alla segreteria generale nazionale del partito e da molti era designato come la persona che avrebbe diretto la campagna elettorale nella Svizzera francese. A queste ultime si aggiunge poi anche la rinuncia – già resa nota – di Jérôme Desmeules alla carica di co-presidente dell’Udc del Vallese romando entro la fine del mese. «Mi dispiace che Grangier lasci, perché è una persona molto brillante e intraprendente», afferma a ‘laRegione’ il vicepresidente dell’Udc Marco Chiesa. «Chiaramente ha ceduto alle lusinghe dell’economia privata [assumerà l’incarico di portavoce di un gruppo – che non ha nominato – basato in Svizzera ma attivo pure a livello internazionale, ndr]. Sono però sicuro che non farà mancare il suo appoggio al partito», sottolinea il consigliere nazionale ticinese. «Le persone che lavorano per un segretariato generale di un partito sono elementi molto richiesti, nel mondo privato, visto che hanno numerosi contatti e molta esperienza. Di solito quindi coprono questa carica per poco tempo», aggiunge Chiesa. Grangier lo scorso ottobre aveva annunciato le sue dimissioni dalla sezione vodese dell’Udc entro la fine dell’anno, adducendo “divergenze” con la direzione cantonale. Da gennaio aveva poi assunto l’incarico presso il segretariato generale nazionale del partito. Anche a Neuchâtel l’Udc è confrontata con diverse difficoltà che sono sfociate nelle dimissioni di Stephan Moser – presidente del partito cantonale – annunciate una settimana fa, invocando ragioni professionali e una nuova formazione che non gli lasciano più il tempo per svolgere l’incarico. «Secondo me è una grande opportunità per trovare nuove forze e un nuovo slancio», afferma Chiesa. «Soprattutto dopo il risultato insoddisfacente nelle elezioni cantonali». Il partito aveva infatti perso più della metà dei seggi in Gran Consiglio nel 2017 e Moser era subentrato all’ex consigliere nazionale ed ex consigliere di Stato Yvan Perrin proprio per cercare di invertire la tendenza. Ora sembrerebbe che quest’ultimo sia pronto ad assumere nuovamente l’incarico. Nel frattempo anche a Friburgo l’Udc dovrà mettersi alla ricerca di un nuovo presidente. Lo scorso fine settimana Ruedi Schläfli ha infatti annunciato le sue dimissioni con effetto immediato da un incarico che ricopriva da soli 15 mesi. L’agricoltore 43enne si è giustificato lamentando un sovraccarico di lavoro e dispute all’interno della sezione. Secondo Chiesa però a Friburgo «la situazione è sufficientemente solida per sopperire a questa partenza: ci sono due esponenti del partito molto conosciuti e influenti come il consigliere nazionale PierreAndré Page e, soprattutto, il ‘senatore’ Jean-François Rime». Infine, ieri anche il co-presidente dell’Udc del Vallese romando, Jérôme Desmeules, ha annunciato le dimissioni dalla carica. La sua partenza non è però una sorpresa: un anno fa, Desmeules aveva già informato il comitato del suo partito dell’intenzione di ritirarsi. C’è quindi da preoccuparsi in vista delle elezioni federali dell’anno prossimo? «Certo, sono estremamente preoccupato», sottolinea Chiesa. «Il partito non deve assolutamente dormire sugli allori. L’Udc romando si è un po’ seduto. Magari qualcuno pensava che l’elezione di un consigliere federale [il vodese Guy Parmelin, ndr] portasse automaticamente voti, ma non è così. Bisogna continuare a lavorare tutti i giorni mostrando alla gente quali sono i problemi e presentando posizioni chiare». Per quanto riguarda il Ticino, invece, la vicepresidenza del partito nazionale assunta dallo stesso Chiesa «è chiaramente un beneficio». «Abbiamo i riflettori dell’Udc svizzera puntati sul nostro cantone, perché a livello nazionale trattiamo temi che hanno una grandissima attinenza con quelli del Ticino», precisa il consigliere nazionale.