‘L’iniziativa per la sovranità alimentare è pericolosa’
L’iniziativa ‘Per la sovranità alimentare’, in votazione il 23 di settembre, è pericolosa. Lo ha dichiarato ieri ai media il consigliere federale Johann Schneider-Ammann, sottolineando il carattere dirigista del testo e le conseguenze negative per i consumatori: scelta limitata e generi alimentari più cari. L’iniziativa prevede, tra le altre cose, l’introduzione di dazi all’importazione per derrate alimentari che non rispettano gli standard sociali ed ecologici elvetici. Secondo Schneider-Ammann ciò provocherebbe un aumento dei prezzi, appesantendo il bilancio delle famiglie e contribuendo ancora di più al turismo degli acquisti. Secondo gli iniziativisti i prezzi potrebbero invece addirittura scendere, perché sostenendo i piccoli contadini (come prevede il testo) l’offerta aumenterebbe. Per il ‘ministro’ dell’economia, invece, i cittadini non potrebbero più scegliere liberamente che cosa mangiare, tanto più che l’iniziativa avrebbe conseguenze negative anche sulla varietà della scelta. Oltre a ciò la modifica costituzionale è contraria agli obblighi internazionali della Svizzera e danneggerebbe l’intera l’economia. Di sicuro, ha aggiunto il consigliere federale, «diventerebbe molto difficile, se non impossibile, sottoscrivere altri accordi di libero scambio». L’iniziativa è infatti in netta contraddizione con la nozione di libero mercato, ha spiegato Schneider-Ammann, tenuto conto della sua forte impronta dirigista. L’iniziativa prevede infatti l’intervento della Confederazione in tutto il mercato agricolo: dalla produzione ai prezzi. Nel suo intervento, il ‘ministro’ dell’economia ha pure rammentato che molti degli obiettivi perseguiti dall’iniziativa sono già adempiuti dal controprogetto all’iniziativa sulla sicurezza alimentare accolto un anno fa dai cittadini. «Principi come la sostenibilità e la protezione del territorio destinato all’agricoltura sono già presenti nella Costituzione federale», ha ricordato Schneider-Ammann. In merito ai primi sondaggi che danno l’iniziativa in netto vantaggio, il ministro dell’economia si è detto convinto che i cittadini cambieranno idea quando si renderanno conto, con il tempo, delle conseguenze per loro e per il Paese di un eventuale ‘sì’ alle urne.