Il Papa in Irlanda incontrerà vittime di pedofilia
Città del Vaticano – Il Papa incontrerà alcune vittime di pedofilia nel suo viaggio in Irlanda, che si svolgerà tra Dublino e Knock il 25 e 26 agosto. Lo ha detto il direttore della sala stampa vaticana Greg Burke. Ci sarà anche un momento di preghiera specifica, dedicato a chi ha subito abusi da parte del clero, nella Cattedrale di Dublino. Francesco dunque si prepara alla visita in Irlanda, il suo ventiquattresimo viaggio internazionale, in un clima difficile. Il caso Pennsylvania ha fatto riesplodere lo scandalo che ha portato Papa Francesco a un messaggio inedito, una lettera al popolo di Dio, in cui chiede a tutti pentimento e, soprattutto, azione contro questi crimini. A ringraziare il pontefice sono anche gli stessi vescovi americani finiti nell’occhio del ciclone. «Solo confrontandosi con il nostro fallimento di fronte ai crimini contro coloro che avevamo il compito di proteggere la Chiesa potrà far resuscitare una cultura della vita dove invece ha prevalso una cultura della morte», ha detto il presidente della Conferenza episcopale americana, il cardinale Daniel DiNardo. Reazioni positive anche dall’Australia, altro Paese piagato dai crimini contro i bambini commessi da uomini di Chiesa. In Irlanda, dove è annunciata una manifestazione per domenica in concomitanza con la visita del Papa, è stata invece pubblicata dall’organizzazione internazionale ‘Bishop Accountability’ una lista di 70 nomi di preti che negli anni sarebbero stati accusati di abusi sui minori. Il dossier pedofilia rischia di far passare in secondo piano il motivo principale del viaggio del Papa in Irlanda, che è l’incontro mondiale delle famiglie che ha preso il via ieri. Sono circa 35mila le persone già arrivate per partecipare ai vari incontri e si stima che alla chiusura dell’evento, la messa con Papa Francesco domenica al Phoenix Park, ci sarà almeno mezzo milione di fedeli. Un incontro senza precedenti per quanto riguarda la pastorale della famiglia che vede, tra i temi in discussione, anche quello dell’accoglienza nella Chiesa delle famiglie Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali, transgender).