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Nave Diciotti sempre ferma al porto di Catania Salvini duella con l’Ue, Onu e Ong fanno pressione

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Roma – È stallo nel porto di Catania per la nave Diciotti, l’imbarcazio­ne della Guardia costiera approdata lunedì sera poco prima di mezzanotte con a bordo 177 profughi, quasi tutti, a quanto pare, provenient­i dall’Eritrea, tra loro almeno venti bambini. Nonostante gli appelli delle organizzaz­ioni umanitarie, il ministro degli Interni Matteo Salvini continua il braccio di ferro con Bruxelles e tiene fermo il no allo sbarco dei disperati ormai da sei giorni sulla motonave, ‘prigionier­i’ insieme all’equipaggio. «O l’Europa inizia a fare sul serio difendendo i suoi confini e ricollocan­do gli immigrati, oppure inizieremo a riportarli nei porti da dove sono partiti», ribadisce Salvini. Poco prima, la Commission­e Ue per la migrazione aveva fatto sapere che “i contatti con gli Stati membri sono ancora in corso, siamo al lavoro per trovare una soluzione al più presto”. Per il ministro leghista, l’Ue non rispetta i patti, e sui migranti «non c’è». Sui 450 profughi sbarcati a luglio a Pozzallo «solo la Francia ha mantenuto l’impegno, accogliend­one 47». Gli altri Paesi, «zero». Sul ponte della nave Diciotti ci si preparava ieri sera a passare la sesta notte all’addiaccio. Le persone a bordo, ha detto la portavoce dell’agenzia Onu per i rifugiati Carlotta Sami, «hanno subito abusi, torture, sono vittime di tratta e traffico di esseri umani. Hanno bisogno urgente di ricevere assistenza e diritto a chiedere asilo. Un diritto fondamenta­le, non un crimine». Una richiesta analoga è stata fatta da Medici senza frontiere, Save the children e altre organizzaz­ioni. ANSA

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