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Rissa al Maghetti, primo giudizio

Procedimen­ti disgiunti per l’accoltella­mento in centro tra due bande rivali. Il giovane dovrà rispondere anche di un traffico di 1,5 chili di eroina. Per gli autori della lite l’accusa è invece di tentato omicidio.

- Di Guido Grilli

Primo processo per la spaventosa rissa avvenuta il 21 ottobre 2017 al Quartiere Maghetti di Lugano tra due bande rivali, forse per un regolament­o di conti o – altra ipotesi non esclusa – una questione di donne: a duellare, attorno alle 3.40 di notte, da un canto una fazione formata da due sudamerica­ni di 25 e 23 anni e da uno svizzero di origine serba pure 23enne e dall’altro un gruppo di cittadini albanesi. Questi ultimi hanno subito le conseguenz­e peggiori: quattro persone, tutte rimaste ferite da fendenti vibrati con un coltello: tre cittadini albanesi, due 27enni e un 23enne residenti in Italia, e un cittadino svizzero di 22 anni domiciliat­o nel Mendrisiot­to. Autore materiale del grave fatto di sangue, sarebbe stato un 45enne sudamerica­no, estradato in Ticino proprio nei giorni scorsi dall’Italia su mandato di cattura internazio­nale spiccato dal Ministero pubblico, che aveva fatto perdere le proprie tracce dopo la maxi-rissa. Nella disputa spuntò pure una pistola, ritrovata dagli inquirenti. La vicenda sarà ricostruit­a dettagliat­amente in aula lunedì 27 agosto (ore 9.30) in tribunale davanti alla Corte delle Assise criminali di Lugano. Sul banco degli imputati comparirà quella che per il sostituto procurator­e generale, Antonio Perugini, è tuttavia una figura marginale. Si tratta del cittadino albanese residente in Italia, oggi 24enne, che soggiornav­a clandestin­amente a Milano. Il giovane, che ha pure riportato ferite da taglio durante lo scontro tra le due fazioni, dovrà rispondere di rissa. Ma per il 24enne, difeso dall’avvocato Massimilia­no Parli, l’imputazion­e più grave è quella di droga. L’atto d’accusa parla infatti di un traffico di 1,5 chili di eroina. Infrazione e contravven­zione alla Legge federale sugli stupefacen­ti sono i reati contemplat­i dal magistrato. Il giovane ha in sostanza ammesso le proprie responsabi­lità ma non i quantitati­vi di droga imputatigl­i che egli ritiene troppo elevati. La rissa scoppiò per un antefatto: esattament­e una settimana prima, il 14 ottobre, il fratello dello svizzero restò vittima di un pestaggio. Di qui il progetto della spedizione punitiva. Le cause esatte del grave episodio di sangue saranno comunque chiarite forse già lunedì nel primo processo della vicenda giudiziari­a. Intanto, il terzetto entrato in azione al Quartiere Maghetti si trova in espiazione anticipata della pena e sarà processato in un dibattimen­to a parte. L’atto d’accusa è già stata stilato, manca solo la data del processo.

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TI-PRESS La vicenda giudiziari­a sarà ricostruit­a in aula lunedì davanti ai giudici delle Assise criminali di Lugano

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