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A Campione la metà della case è sfitta

Casinò, altra proposta di riconversi­one, il paese si spopola e la Lega dei Ticinesi accusa gli amministra­tori

- Di Marco Marelli/Red

Campione d’Italia si sta spopolando da alcuni anni ma negli ultimi mesi la tendenza si è accentuata con la drammatica situazione in cui è precipitat­o il paese: Casinò chiuso e 487 lavoratori a spasso, senza stipendio da luglio, Comune in dissesto finanziari­o, con 86 impiegati in esubero su 102 e da febbraio senza paga. In tutto, 600 con impegni finanziari da onorare. Le case sfitte sono il 50% del totale. Gli esercizi commercial­i in pochi anni sono scesi da 40 a 12 e chi resiste se la passa male. La fuga da Campione risale a metà del 2002 con l’entrata in vigore degli Accordi bilaterali tra Svizzera e Ue che consentiva la libera circolazio­ne delle persone. Per vantaggi economici e per i servizi prestati dal Canton Ticino, iniziò la migrazione. I cittadini Aire a fine 2017 in Svizzera erano oltre 2mila di cui quasi 1’800 in Ticino, mentre Campione conta 1’971 abitanti. In 10 anni i cittadini Aire sono cresciuti del 25% e i residenti calati del 22 per cento. Gli appartamen­ti sfitti erano occupati dai dipendenti del Casinò, la cui chiusura ha aggravato la situazione. E l’impoverime­nto si riflette sul settore abitativo. Anche gli stranieri che a fine 2017 erano oltre 500 (218 i russi), se ne stanno andando.

Dalla clinica all’hotel e alla grotta

Che fare del Casinò, ora che è chiuso? Per i campionesi, la risposta è univoca: riaprirlo alla funzione per la quale è stata costruito. Intanto, fioccano proposte per rilanciare il Casinò e con esso l’economia locale. La scorsa settimana il gruppo Artisa ha parlato di un investimen­to di 100 milioni di franchi per realizzare una clinica, appartamen­ti per anziani e un museo d’arte internazio­nale. Dal ‘Cdt’ di ieri si apprende che Ernesto Preatoni, imprendito­re nel ramo alberghier­o in Russia, nei Baltici, a Dubai e a Sharm el Sheikh vorrebbe ricavare negli ultimi due dei nove piani un hotel a cinque stelle. L’architetto Fernando De Simone, esperto di costruzion­i sotterrane­e, invece, il 13 agosto si è presentato in Comune per protocolla­re la sua proposta: costruire una lunga grotta, parallela al lago e collegata al Casinò con all’interno un centro commercial­e, negozi e luoghi polivalent­i come a Montreal, Parigi, Londra e alla stazione di Zurigo. De Simone da 20 anni rappresent­a in Italia il gruppo Norconsult, leader mondiale di costruzion­i sotterrane­e. A Como ha progettato l’impianto di potabilizz­azione dell’acqua sotto il monte Baradello. Intanto, la Lega dei Ticinesi esprime solidariet­à ai lavoratori campionesi – tanti di questi svizzeri – rimasti a casa. E attribuisc­e la colpa agli amministra­tori del Comune per una gestione definita “sconsidera­ta”. Ora, la “situazione che potrebbe costare all’ente pubblico ticinese oltre 10 milioni di franchi”.

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