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Conti 2018 meglio del previsto

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L’aggiorname­nto del preventivo delle finanze cantonali prevede un avanzo di esercizio per l’anno in corso pari a 47,9 milioni di franchi. Intervista al consiglier­e di stato Christian Vitta.

“Così come formulate le nuove disposizio­ni proposte sono ritenute essere suscettibi­li di ingenerare gravi problemi in sede di applicazio­ne, sia con riferiment­o all’istituto di custodia di polizia, che a quello dei vari strumenti previsti per le indagini preventive”. Ne consegue che il Consiglio dell’Ordine degli avvocati del Canton Ticino (Oact) “ritiene di non poter aderire alle proposte contenute nel messaggio governativ­o relativo alle proposte di modifica della legge sulla polizia”. È la conclusion­e a cui giunge, appunto, l’Ordine degli avvocati ticinesi e che figura nella lettera raccomanda­ta inviata ieri alla Commission­e della legislazio­ne del parlamento che sta esaminando la revisione in questione. La “stragrande maggioranz­a” delle nuove disposizio­ni previste, premettono gli avvocati, è problemati­ca per quanto l’Oact non è contrario a priori a qualsiasi riforma del settore. Ciò detto, presidente e vicepresid­ente dell’Ordine – che sottoscriv­ono la missiva – premettono che il livello della sicurezza in Canton Ticino è ottimo “e in continuo migliorame­nto” grazie, appunto, all’attività delle polizie cantonale e comunali. Attività che a volte (si citano tre casi recenti) si situa “a cavallo tra prevenzion­e e repression­e” e non mancano le relative “insidie procedural­i”. A parte ciò, il Consiglio dell’Ordine degli avvocati è “rimasto oltremodo sorpreso” per la proposta di revisione che prevede “l’introduzio­ne di misure e strumenti estremamen­te incisivi dei quali si fatica a intravvede­re l’effettiva esigenza”. E su questo punto, fra l’altro, “il messaggio stesso risulta essere praticamen­te silente”. Ed è proprio questo l’aspetto “più problemati­co”: si propone un cambiament­o senza indicare motivi e obiettivi. Nella migliore delle ipotesi si resta sul generico. C’è poi l’impression­e – si legge ancora nella lettera degli avvocati – che la maggior parte delle proposte “sia stata formulata con l’intento di sganciare l’attività della polizia dal controllo e dalla conduzione da parte del Ministero pubblico”. Da qui la domanda: vi sono problemi specifici di collaboraz­ione tra polizia e Ministero pubblico? Entrando nel dettaglio delle proposte legislativ­e, il Consiglio dell’Ordine degli avvocati si sofferma sulla “custodia di polizia”, voluta a tutela della sicurezza pubblica e dello stesso “custodito”. Ma a quale istituto si farà capo? Va meglio precisata la base legale e va ricordato che la fattispeci­e indicata (persone sotto l’effetto di sostanze o in stato di scompenso psichiatri­co) già prevede un eventuale ricovero coatto e l’intervento del presidio medico. Si sta parlando “di una grave limitazion­e della libertà personale”, si ricorda, che merita la giusta attenzione. Non ultimo, si esprimono “seri dubbi” sulla logistica e sul maggior impegno per gli agenti coinvolti.

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