Dalle parole (di scuse) ai fatti
Niente terremoto, neanche una scossa di assestamento. Solo qualche puntualizzazione, condita da ammissioni di responsabilità già date in pasto all’opinione pubblica a più riprese. Più che altro, per porre fine alle polemiche innescate dalla famigerata ‘aquila bicefala’, sulla scia della quale l’Asf ha deragliato, collezionando una serie di brutte figure culminate con il risentito addio alla Nazionale di Valon Behrami. Nel mezzo, ricordiamolo, la mancata sanzione ai danni di Xhaka e Shaqiri, mandati pressoché assolti al momento del misfatto (ma puniti dalla Fifa); l’uscita fuori luogo (...)
Segue dalla Prima (...) del segretario generale Miescher sulla questione dei doppi passaporti, costatagli giustamente il posto; la discussa telefonata di Vladimir Petkovic ad alcuni senatori del gruppo – tra i quali, appunto, Behrami – per manifestare loro l’intenzione di guardare oltre. Peter Gilléron, presidente dell’Asf, resta in sella, ma lo farà solo fino al termine del suo mandato (primavera 2019). Vladimir Petkovic, come era facile supporre, non ha certo fatto seguito all’invito di qualche testata giornalistica (Blick su tutte) a farsi da parte. Miescher, come detto, ha pagato il prezzo delle sue esternazioni. Che siano state mal interpretate (difficile, alla luce della loro limpidezza), mal dette, o semplici male parole (propendiamo per quest’ultima tesi), poco importa: nella sua funzione, era giusto che facesse un passo indietro, anzi proprio fuori. In seno all’Asf, l’ammissione di colpa è chiara. Se ne è fatto portavoce lo stesso Gilliéron già qualche settimana fa. Annunciò che l’incendio divampato in casa sua avrebbe comportato un’analisi attenta della situazione, al fine di individuare le soluzioni che contribuissero a spegnerlo, per dare avvio alla ricostruzione, su nuove basi. L’intento è professionalizzare ogni settore di sua competenza, per evitare cadute di stile come quelle che hanno indotto i responsabili federali a fare mea culpa e a promuovere un progetto di rinnovamento delle strutture dell’Associazione un po’ a tutti i livelli. Insomma, una volta diradatosi il polverone dello scandalo, i danni di una gestione non impeccabile sono venuti alla luce in maniera talmente chiara che non era possibile soprassedere. Buon per l’Asf che i suoi attuali ‘gestori’ si siano resi conto che l’associazione abbisogna di una bella sistemata, dopo il vigoroso colpo d’ala di un’aquila levatasi nei cieli di Russia. Il cui volo ha avuto una serie di ripercussioni negative inizialmente sottovalutate. Salutiamo con soddisfazione il peraltro inevitabile ‘mea culpa’, dapprima solo accennato, poi confermato, oggi forse archiviato, a beneficio della seconda fase del progetto. Dalle parole ai fatti: spazio alla valutazione delle strutture, per ricavarne un quadro preciso e renderle più affidabili. Nell’interesse della Nazionale stessa, e di chi ne regge le sorti. Ieri nell’occhio del ciclone, oggi forse uscitone, con la volontà di guardare al futuro con una serenità che regnava prima che si salisse su dove osano le aquile, soccombendo all’aria rarefatta che tira da quelle parti.