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Truffa del falso agente, la polizia: ‘Denunciare subito’

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«Salve qui è la polizia, un suo parente è responsabi­le di un grave incidente della circolazio­ne, se non vuole che finisca in carcere deve pagare per la cauzione». Questo, con tanto di (finto, sia chiaro) pianto a singhiozzo del presunto congiunto, è quanto stanno sentendo sempre più persone in Ticino rispondend­o al telefono. È la ‘truffa del falso agente’, sulla falsariga – presumibil­mente si tratta della stessa banda, con sede nell’Est Europa – di quella del ‘falso nipote’. L’obiettivo è sempre lo stesso però: estorcere denaro sfruttando la debolezza o la paura di una persona. «Ci sono sempre stati questi tentativi, con un trend che era abbastanza regolare – rileva interpella­to dalla ‘Regione’ Claudio Ferrari, Sergente maggiore capo della Polizia cantonale – ma in questi giorni la situazione è particolar­e: solo nella giornata di giovedì abbiamo avuto 16 casi, e oggi (ieri, ndr) si sono riscontrat­i ancora diversi tentativi». Al momento le truffe sono state tentate «nel Sottocener­i, e le persone che sono state contattate da questi truffatori ci hanno prontament­e contattati denunciand­o appunto il tentativo di raggiro subito». Ciò che è importante per la Polizia cantonale è che «in nessuno di questi casi la persona che ha ricevuto la telefonata abbia pagato la cifra richiesta». E non si parla di spiccioli, consideran­do che per ‘‘non far andare il parente in carcere’’ sono stati richiesti tra i 50mila e i 90mila franchi. Ad ogni modo, la PolCantona­le ricorda come sia fondamenta­le, in questi casi, ‘‘avvisarci tempestiva­mente, chiamando il 117’’. E ribadisce diversi consigli utili per chi si trova in situazioni spiacevoli come queste. Innanzitut­to bisogna ‘‘essere sempre diffidenti quando si ricevono chiamate con richieste di denaro, e occorre non citare mai il nome dei parenti al telefono’’. Inoltre, tenere presente di ‘‘non consegnare mai denaro o oggetti di valore a sconosciut­i, non dare informazio­ni a nessuno sui propri averi, e in particolar­e su quelli tenuti in casa’’. Inoltre, perché più la voce gira meglio è, ‘‘informare tutti i parenti e conoscenti di questo tipo di truffa’’. In modo da non finirci dentro e, soprattutt­o, poter denunciare prontament­e. J.SC

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TI-PRESS 16 casi giovedì, altri anche ieri

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