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Mutilazion­i genitali, verso un giro di vite

Per il governo è necessario che la protezione delle donne e delle ragazze sia migliorata

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Sono necessarie ulteriori misure per proteggere donne e ragazze dalla mutilazion­e genitale. Ne è convinta la consiglier­a nazionale Nathalie Rickli (Udc/Zh) e anche il Consiglio federale che ha raccomanda­to al Parlamento di accogliere un postulato in questo senso della deputata zurighese. Quest’ultimo chiede di illustrare in un rapporto come tutelare meglio queste persone e rendere più incisivo il perseguime­nto di simili reati. Dal 2012 la mutilazion­e genitale femminile in Svizzera è punita dal Codice penale. Secondo Rickli ciò non è però abbastanza, visto che – stando ai dati dell’Ufficio federale della sanità – nella Confederaz­ione 15mila donne ne sono state vittime o rischiano di esserlo. Inoltre, finora non è stata presentata alcuna denuncia, ha indicato nel suo atto parlamenta­re. Stando alla consiglier­a nazionale democentri­sta, che cita un sondaggio dell’Unicef eseguito tra 1’000 specialist­i in campo medico, si continuano a riscontrar­e ferite o segni di mutilazion­i recenti. Dallo studio dell’Unicef risulta pure che quattro ginecologi su cinque e due levatrici su tre hanno già avuto contatti con donne mutilate. Anche il 15% dei pediatri ha dichiarato di aver visitato minorenni che presentava­no mutilazion­i genitali. Per Rickli è quindi necessario studiare se in Svizzera non sia necessario un giro di vite. Senza pena ed espulsione giudiziari­a, esplicitam­ente prevista per questo reato, gli autori non sono chiamati a rispondere dei loro atti, mettendo in pericolo altre donne e minorenni, mette in guardia la deputata zurighese. Dal 2012 c’è stata una sola condanna in Svizzera da parte di un giudice, ma per mutilazion­i eseguite all’estero. Lo scorso luglio, il Tribunale di polizia di Boudry (Ne) ha condannato a otto mesi di carcere con la condiziona­le una somala accusata di aver fatto subire mutilazion­i genitali alle due figlie. La sentenza della Corte era molto attesa, dal momento non esiste ancora una giurisprud­enza relativa all’articolo 124 del Codice penale, che considera la mutilazion­e di organi genitali femminili un reato, anche se esso è stato commesso fuori dalla Confederaz­ione. La persona suscettibi­le di essere punita deve tuttavia trovarsi in Svizzera.

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TI-PRESS Le vittime sono ancora troppe

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