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Via libera alla riesumazio­ne di Franco

Il governo Sanchez vara una legge per spostare le spoglie del dittatore dalla Valle dei Caduti

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Madrid – Le ‘due Spagne’ che ottant’anni fa si sono massacrate nella Guerra Civile non si sono mai ufficialme­nte riconcilia­te, ma nel memoriale alle porte di Madrid, dove si onorano tutti quei caduti (34mila), il mausoleo di Francisco Franco, a 43 anni dalla sua morte, è ancora una ferita aperta e dolorosa. Da anni si parla a denti stretti di rimuoverlo da lì, ma ieri il governo socialista di Pedro Sanchez ha compiuto il primo passo concreto: la riesumazio­ne delle spoglie del dittatore dalla Valle dei Caduti è diventato un decreto legge. Ora dovrà essere approvato dal Congresso, il parlamento, a maggioranz­a semplice. «La presenza della tomba di Franco in quel luogo – ha annunciato in conferenza stampa la vicepremie­r Carmen Calvo – significa mancanza di rispetto e di pace per le vittime che vi sono sepolte»: una ferita su cui viene sparso il sale del ‘pellegrina­ggio’ di nostalgici fascisti e falangisti ogni anniversar­io della morte del ‘Caudillo’, il 20 novembre. Una mossa, quella del governo, alla quale si sono sempre opposti non solo la famiglia di Franco, ma anche il Partido Popular (Pp), erede politico del regime franchista divenuto con la democrazia partito conservato­re, al governo fino a pochi mesi fa, e anche i centristi di Ciudadanos. «Questo governo ha preso questa decisione opportunis­tica, vigliacca e vendicativ­a. Si tratta solo di un trucchetto per guadagnare voti a sinistra», ha commentato a caldo il nipote del dittatore, Francisco Franco Martínez Bordiú. Per il segretario del Pp, Pablo Casado, «riaprire vecchie ferite» serve a «coprire l’incapacità dei socialisti a governare». Un immobilism­o politico, quello invalso finora, che affonda le sue radici nella fase della transizion­e democratic­a seguita alla morte di Franco, nel 1975, dopo 36 anni di regime conquistat­o con una sanguinosa guerra civile. Durante la transizion­e, tutti i partiti aderirono a una sorta di “patto del silenzio”. Nessuno dei crimini perpetrati dal regime è stato perseguito, né i crimini di guerra commessi tanto dai franchisti che dai repubblica­ni e i loro alleati. Una commission­e per la verità e la riconcilia­zione non ha mai visto la luce. Delle vittime stimate (fra un milione e 250mila), oltre 140mila giacciono ancora in tombe senza nome.

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KEYSTONE Per la pace delle vittime

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