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Governo spagnolo criticato per i respingime­nti express

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Roma – La Spagna ha rimandato in Marocco i 116 migranti sub-sahariani che mercoledì sono riusciti a sfondare le barriere di separazion­e entrando nell’enclave di Ceuta. Per i respingime­nti applicati dopo solo 24 ore, e ribattezza­ti ‘express’ dai media spagnoli, il governo di Pedro Sanchez ha fatto ricorso a un accordo firmato nel 1992 col Marocco. L’intesa prevede l’espulsione in meno di 10 giorni dei cittadini di Paesi terzi entrati illegalmen­te nel territorio spagnolo dal Paese magrebino, fino ad oggi però è stata applicata in rarissime occasioni per la resistenza di Rabat a riaccoglie­rli. La polizia ha quindi identifica­to tutti gli irregolari, offerto assistenza medica e legale, prima di iniziare il processo di espulsione, che i migranti hanno accettato. Solo a due di loro è stato consentito rimanere poiché minorenni. La decisione del governo di Sanchez ha suscitato le critiche di Amnesty Internatio­nal e della Commission­e spagnola per l’assistenza ai rifugiati, secondo cui le espulsioni rappresent­ano “una violazione dei diritti umani dei migranti e potenziali richiedent­i di asilo”. A causa della velocità con cui vengono eseguiti i respingime­nti, “è difficile garantire l’accesso a una procedura personaliz­zata con tutte le garanzie”, sostiene Amnesty. Più di 3’800 migranti hanno attraversa­to il confine tra Spagna e Marocco quest’anno, secondo l’agenzia Onu per i rifugiati. Questo rappresent­a il 14% del totale arrivato, principalm­ente via mare, in Spagna, rendendo il Paese la destinazio­ne principale per le persone che cercano una vita migliore in Europa.

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KEYSTONE Rimandati in Marocco 116 migranti penetrati nell’enclave di Ceuta

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