Riduzione imposte: proposta opportunistica inopportuna
La proposta del ministro delle finanze Vitta di ridurre il moltiplicatore cantonale di 5 punti percentuali è problematica a molti livelli. È vero che i dati di preconsuntivo 2018 lasciano intendere che per il secondo anno consecutivo i conti cantonali chiuderanno con un avanzo d’esercizio. È però altrettanto vero che le cause che hanno concorso a questa situazione positiva sono diverse. Fra queste ci sono per esempio anche gli ingenti tagli delle prestazioni sociali che hanno peggiorato sensibilmente la vita di molte famiglie facendo aumentare in maniera esponenziale i beneficiari dell’assistenza. Ma c’è anche l’amnistia fiscale ingiusta sventata dal Ps grazie a un ricorso (150 milioni di franchi risparmiati). E allora ci sorge spontanea una domanda: ma perché appena la situazione finanziaria migliora si riducono le imposte, mentre appena peggiora si tagliano le prestazioni sociali? Questo modo di procedere non è problematico solo a livello sociale. Anche a livello economico presenta delle evidenti lacune. Esso contribuisce di fatto a ridurre il consumo della stragrande maggioranza della popolazione e, contemporaneamente, ad aumentare la disponibilità dei già ricchi il cui livello di consumo è di per sé già molto vicino alla saturazione. Di fatto risulta difficile vedere in cosa l’economia beneficerebbe di uno sgravio fiscale del genere. Quello che è successo e sta succedendo nel nostro Cantone è sotto l’occhio di tutti coloro i quali vogliono vedere. Si sono ridotte le prestazioni sociali, aumentando in maniera importante il numero dei beneficiari dell’assistenza pubblica con tutto quello che questo comporta al di là dell’aspetto meramente finanziario. Ma si sono anche ridotte le imposte, e le si vuole ridurre ulteriormente linearmente. Il risultato non può che essere negativo per la stragrande maggioranza della popolazione ticinese. Infatti gli sgravi lineari vanno chiaramente a beneficio dei ricchi, di chi non ne ha bisogno e non li percepirebbe nemmeno. Chi invece è già in difficoltà e cui vengono tagliate le prestazioni sociali non beneficerà di nulla. Nemmeno il ceto medio, la spina dorsale della nostra società, beneficerà di questi sgravi. Infatti la riduzione d’imposta risulta minima rispetto alla riduzione delle prestazioni sociali rispettivamente all’aumento dei costi della vita. Senza contare che se la destra continua ad applicare questo schema, fra non molto, alla prima difficoltà, ecco che si taglierà ulteriormente nel sociale. Ma allora perché in questo quadro bisogna pensare a ridurre ancora le imposte? Perché non ripristinare le misure sociali tagliate qualche anno fa in nome dell’austerità? Se proseguiamo il ragionamento fatto dalla destra per giustificare i tagli nel sociale, ossia che non ci sono le risorse, ora che ci sono, e anche più di prima, perché non eliminare i tagli? Quello che sta succedendo non fa altro che aumentare ancora di più le disparità sociali e impoverire strati di popolazione sempre più ampi. Io non ci sto.