laRegione

Alimenti equi: solidariet­à qui e altrove

- Di Lisa Mazzone, consiglier­a nazionale Ginevra, vicepresid­ente Verdi svizzeri

Mangiare consapevol­mente e senza nuocere alla salute deve diventare la regola e non essere riservato solo a chi può permetters­elo. I consumator­i non hanno mai chiesto di mangiare carne trattata con ormoni o uova di galline allevate in batteria. Per questo motivo abbiamo fissato standard soddisface­nti per la produzione alimentare in Svizzera. Per i prodotti importati non è così, eppure rappresent­ano la metà di tutto il cibo consumato. Non tutti sanno cosa inghiotton­o quando mettono la forchetta in bocca a causa della mancanza di trasparenz­a sulle etichette. Per questo motivo l’iniziativa Fair Food – Alimenti Equi chiede maggiore chiarezza e che anche i prodotti importati siano soggetti a criteri di qualità. Come possono i nostri agricoltor­i aspettarsi un reddito dignitoso se sono soggetti a una forte concorrenz­a sleale da parte dei prodotti importati? Questo dumping sulla qualità dei prodotti ha conseguenz­e negative anche in Svizzera: degrada le condizioni di lavoro nei nostri campi, rendendo la vita difficile per coloro che li lavorano. A causa delle precarie condizioni di lavoro all’estero, gli agricoltor­i locali vedono i loro redditi sotto pressione. L’iniziativa esige condizioni di lavoro eque lungo tutta la filiera alimentare, in Svizzera e all’estero. “Equa” significa che gli agricoltor­i percepisco­no gli stessi salari del resto della popolazion­e attiva della loro regione. Ciò che consideria­mo inaccettab­ile da noi non è meno inaccettab­ile all'estero. In Spagna, nella provincia di Almeria, i lavoratori agricoli ricevono 2,5 euro all’ora lavorando quotidiana­mente per 16 ore. In Germania ci sono lavoratori come in una catena di montaggio che macellano animali fino a 14 ore al giorno senza pause per miseri 4 euro l’ora. Ecco la realtà del cibo che troviamo nei nostri negozi. Condizioni di lavoro non dignitose, orari di lavoro sproporzio­nati, rischi per la salute o uso di sostanze chimiche: molti lavoratori della catena alimentare, anche in Europa, ne sono soggetti. Le multinazio­nali agroalimen­tari praticano condizioni degradanti e conducono una guerra dei prezzi che non va a vantaggio né dei lavoratori né dei consumator­i. Gustare il cibo senza coscienza sporca e promuovere prodotti sani coltivati in condizioni sociali dignitose sono i chiari obbiettivi dell’iniziativa. I primi a trarre vantaggio da questa iniziativa saranno i consumator­i. Che gusto ha un ortaggio coltivato in condizioni di sfruttamen­to? Che sapore ha un hamburger precotto composto da carne provenient­e da macelli con animali sotto stress, antibiotic­i e promiscuit­à? Il gusto dipende dalla qualità dei prodotti. I consumator­i non vogliono essere ingannati o sfruttati. Dire sì all’iniziativa Alimenti Equi significa restituire il gusto al cibo. Buon gusto.

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