‘Non un passo indietro’
La Deputazione ticinese a Berna: misure d’accompagnamento già al minimo accettabile
Marco Romano (Ppd): ‘Sono misure fondamentali per la Svizzera italiana, lo diremo a Schneider-Ammann’
«Nessun passo indietro». Sulle misure di accompagnamento alla libera circolazione, la Deputazione ticinese alle Camere federali terrà la barra tutta a dritta. A confermarlo, a margine dell’incontro tenutosi ieri tra i deputati ticinesi a Berna e il Consiglio di Stato, è il presidente della Deputazione, Marco Romano (Ppd): «Avremo un incontro con Johann Schneider-Ammann, ministro dell’economia, e gli faremo presente come a nostro avviso, a livello di misure d’accompagnamento, oggi siamo già al minimo possibile. È impensabile pensare a un loro ridimensionamento». È ormai di dominio pubblico «che queste misure siano parte integrante di una trattativa tra Svizzera e Unione europea, ed è noto al Ticino e speriamo anche al Dipartimento di Schneider-Ammann come queste misure da tempo assumano una centralità assoluta per noi». Sono una necessità insomma, ma anche «sistemi che nel tempo sono state sviluppati anche per controllare il mercato del lavoro». L’incontro previsto durante la prossima sessione delle Camere federali a settembre, «sarà sicuramente l’occasione di spiegare come a nostro avviso non ci sia alcuno spazio per grandi sperimentazioni o innovazioni, quanto è dato oggi è un minimo necessario fondamentale per la Svizzera italiana». L’auspicio del consigliere nazionale popolare democratico è che «non si giochi col fuoco, e che venga riconosciuta la validità di questo sistema di misure che prevedono anche la possibilità di intervento delle autorità cantonali, e con la Confederazione che, ad esempio, finanzia i controlli del mercato del lavoro». Nessun margine di manovra quindi, «né per abbassare l’asticella, né per pensare qualcosa di nuovo». Per ottenere questo pacchetto di misure dalle Camere federali, continua Romano, «ci sono stati molti interventi in questi anni, e le difficoltà per far capire la nostra situazione ad altre zone della Svizzera sono state parecchie. Oggi c’è una certa preoccupazione che questa importanza per noi venga messa in discussione». Preoccupazione che, nel colloquio con Schneider-Ammann, sarà condivisa anche da Marco Chiesa, deputato alla Camera del popolo e vicepresidente nazionale dell’Udc. Ma, raggiunto dalla ‘Regione’, sul tema ricorda che «le misure d’accompagnamento sono un cerotto, che non risolve il vero problema che per noi è la libera circolazione ‘tout court’». Da ticinese e membro della Deputazione è chiaro che «difenderò gli interessi del nostro mercato del lavoro – rileva ancora Chiesa – ma un contratto che ha bisogno di misure d’accompagnamento è un contratto che ti danneggia». E, conclude, «venerdì a Berna consegneremo le firme per la nostra iniziativa che intende abrogarla».