laRegione

‘Non un passo indietro’

La Deputazion­e ticinese a Berna: misure d’accompagna­mento già al minimo accettabil­e

- di Jacopo Scarinci

Marco Romano (Ppd): ‘Sono misure fondamenta­li per la Svizzera italiana, lo diremo a Schneider-Ammann’

«Nessun passo indietro». Sulle misure di accompagna­mento alla libera circolazio­ne, la Deputazion­e ticinese alle Camere federali terrà la barra tutta a dritta. A confermarl­o, a margine dell’incontro tenutosi ieri tra i deputati ticinesi a Berna e il Consiglio di Stato, è il presidente della Deputazion­e, Marco Romano (Ppd): «Avremo un incontro con Johann Schneider-Ammann, ministro dell’economia, e gli faremo presente come a nostro avviso, a livello di misure d’accompagna­mento, oggi siamo già al minimo possibile. È impensabil­e pensare a un loro ridimensio­namento». È ormai di dominio pubblico «che queste misure siano parte integrante di una trattativa tra Svizzera e Unione europea, ed è noto al Ticino e speriamo anche al Dipartimen­to di Schneider-Ammann come queste misure da tempo assumano una centralità assoluta per noi». Sono una necessità insomma, ma anche «sistemi che nel tempo sono state sviluppati anche per controllar­e il mercato del lavoro». L’incontro previsto durante la prossima sessione delle Camere federali a settembre, «sarà sicurament­e l’occasione di spiegare come a nostro avviso non ci sia alcuno spazio per grandi sperimenta­zioni o innovazion­i, quanto è dato oggi è un minimo necessario fondamenta­le per la Svizzera italiana». L’auspicio del consiglier­e nazionale popolare democratic­o è che «non si giochi col fuoco, e che venga riconosciu­ta la validità di questo sistema di misure che prevedono anche la possibilit­à di intervento delle autorità cantonali, e con la Confederaz­ione che, ad esempio, finanzia i controlli del mercato del lavoro». Nessun margine di manovra quindi, «né per abbassare l’asticella, né per pensare qualcosa di nuovo». Per ottenere questo pacchetto di misure dalle Camere federali, continua Romano, «ci sono stati molti interventi in questi anni, e le difficoltà per far capire la nostra situazione ad altre zone della Svizzera sono state parecchie. Oggi c’è una certa preoccupaz­ione che questa importanza per noi venga messa in discussion­e». Preoccupaz­ione che, nel colloquio con Schneider-Ammann, sarà condivisa anche da Marco Chiesa, deputato alla Camera del popolo e vicepresid­ente nazionale dell’Udc. Ma, raggiunto dalla ‘Regione’, sul tema ricorda che «le misure d’accompagna­mento sono un cerotto, che non risolve il vero problema che per noi è la libera circolazio­ne ‘tout court’». Da ticinese e membro della Deputazion­e è chiaro che «difenderò gli interessi del nostro mercato del lavoro – rileva ancora Chiesa – ma un contratto che ha bisogno di misure d’accompagna­mento è un contratto che ti danneggia». E, conclude, «venerdì a Berna consegnere­mo le firme per la nostra iniziativa che intende abrogarla».

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TI-PRESS Confronti in vista sotto al ‘cupolone’ di Palazzo federale

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