Un nuovo marchio per promuovere il territorio
Mangiare prodotti di qualità, magari dall’origine nota e certificata, è diventata un’esigenza sempre più avvertita dai consumatori ticinesi e non. Nella ‘selva’ dei marchi che, regione per regione, cercano di raggiungere questo scopo non è sempre facile orientarsi. Ecco perché anche in Ticino si è deciso di compiere un passo avanti verso la trasparenza, l’informazione e la garanzia di provenienza. Come? Con il connubio fra il marchio ‘Ticino’, già esistente, e la certificazione ‘regio.garantie’ che sta per prodotti regionali accertati a livello federale. La qualità a volte parte dalla fiducia nei confronti del produttore, mentre l’origine è di facile verifica. Con la nuova procedura, i prodotti che vogliono fregiarsi del marchio ‘Ticino regio.garantie’ devono esse a base di materie prime ticinesi nella misura dell’80 per cento del peso complessivo, mentre la produzione degli stessi deve generare almeno i due terzi del valore aggiunto nella regione di riferimento. Insomma, coltivati o realizzati nel territorio indicato e capaci di rendere allo stesso territorio un importante vantaggio economico. Non si parte da zero. Il marchio Ticino, come detto, c’era già – risale al 1998 – ed è di proprietà del Cantone che ne affida la gestione all’Unione contadini ticinesi. Garanzia di “ticinesità”, offre ovviamente maggiore visibilità alle aziende e venditori. Un esempio concreto è la coccarda Migros per i prodotti ‘nostrani’. Con l’evolversi della qualità e della produzione, anche a Sud delle Alpi si è avvertita la necessità di potenziare l’unione, la relazione fra gastronomia, agricoltura e turismo, grazie alla messa in rete di piccoli e medi produttori. Il tutto tramite nuove e attuali modalità d’informazione per rilanciare e rafforzare un’identità territoriale che, in questo caso, genera non solo qualità ma anche maggiore benessere per tutti gli attori coinvolti. Perché il turismo, tanto per dire, è anche agroalimentare, gastronomia, cultura e difesa del territorio (prodotti lì coltivati compresi). Una sinergia, si è detto ieri a Sant’Antonino, coordinata dal ‘Centro di competenze agroalimentari Ticino’ che dovrà estendersi nel territorio per incrementare visibilità e potenzialità.