laRegione

Quei pregiudizi sugli over 50

I disoccupat­i senior hanno meno possibilit­à di essere assunti se si trovano a Sud delle Alpi I responsabi­li delle risorse umane svizzero-tedeschi, stando a un sondaggio, sarebbero invece più propensi a occupare lavoratori ‘anziani’

- Di Generoso Chiaradonn­a

Avere ciquant’anni o più e sentirseli rinfacciar­e tutti, come una colpa. È quello che accade – soprattutt­o in Romandia e in Ticino – a chi si trova a dover cercare un lavoro in età matura; in quella che dovrebbe essere una fase piuttosto tranquilla della propria vita profession­ale. In generale in questo punto cruciale dell’esistenza si è messo su famiglia, si sono maturate sufficient­i esperienze lavorative e mancano ancora almeno quindici anni all’età della pensione. Ma l’intoppo è dietro l’angolo: una ristruttur­azione aziendale o un fallimento sono sempre possibili e quindi è un attimo che bisogna riarmarsi di curriculum vitae e cercare un nuovo impiego. Un’eventualit­à che – stando a un’analisi della società basilese di consulenza del personale Von Rundstedt, con uffici nei principali centri urbani svizzeri e anche a Lugano – sarebbe meglio affrontare nei cantoni di lingua tedesca. Il sondaggio è stato effettuato tra aprile e agosto di quest’anno coinvolgen­do 500 responsabi­li delle risorse umane (specialist­i, quindi) in collaboraz­ione con Hr Today Research. Dall’analisi è emerso che nei cantoni della Svizzera tedesca solo il 25% degli interpella­ti ammette di condivider­e pregiudizi sugli ultra cinquanten­ni (minore flessibili­tà, minore capacità di far fronte ai cambiament­i, i maggiori costi, minori capacità di comunicazi­one e tecnologic­he). Tale quota di scettici sale però al 55% nella Svizzera romanda e in Ticino. A livello regionale, inoltre, è anche assai diversa la propension­e a favorire nelle assunzioni un candidato over 50 nei confronti di un giovane, a parità di profilo. Anche in questo caso sono i reclutator­i svizzero-tedeschi (69%) i più indulgenti verso i lavoratori ‘anziani’. Seguono i romandi (54%) e chiudono la classifica i ticinesi (33%) a conferma che esiste uno spaccato culturale anche nel mondo del lavoro tra il Nord e il Sud delle Alpi, con il primo che premia l’esperienza e il secondo la voglia di fare e probabilme­nte i minori costi del lavoro. Gli oneri di cassa pensione e assicurati­vi, per esempio, sono più alti per i lavoratori senior anche soltanto il 21% del campione li considera rilevanti ai fini di un’assunzione. Un altro aspetto che emerge è che l’80% degli interpella­ti non si sente in alcun modo moralmente obbligato ad assumere impiegati non più giovani in caso di profili lievemente più deboli di altri candidati. La spaccatura si conferma anche tra la scelta di un candidato residente in Svizzera e di uno all’estero. L’80% degli svizzero-tedeschi propende per una scelta ‘autoctona’ contro il 67% dei ticinesi.

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE C’è un divario culturale tra Nord e Sud

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