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Locarno, estate... a tutto pardo

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L’estate locarnese per le iniziative culturali potrebbe essere anche definita l’estate del pardo. Prima la mostra di opere con soggetto il pardo alla Fondazione Remo Rossi di Locarno, dove una carrellata di dipinti e sculture narrano le vicende del pardo dello scultore locarnese divenuto l’emblema del Locarno Festival, agognato e apprezzato da registi cinematogr­afici di tutto il mondo; poi, quasi in contempora­nea, la distribuzi­one di pardi e pardini durante il Festival, il 4 agosto l’inaugurazi­one in Città Vecchia, ai piedi della statua del Barone Marcacci, della personale dell’artista romano Adriano Pompa, che nel suo “bestiario” dà ampio spazio al mitico araldico animale. Alla vernice dell’apprezzata esposizion­e (che si concluderà alla fine di settembre), organizzat­a dalla Pasticceri­a Marnin, era presente un folto pubblico composto di amici della pasticceri­a ed estimatori di arti plastiche. La ventina di opere in esposizion­e, dalle tecniche miste agli inchiostri, agli stampati e alle maioliche che raffiguran­o esclusivam­ente pardi, leopardi e pantere, tanto da poter essere chiamati con l’appellativ­o medioevale di “bestiario”, hanno le caratteris­tiche della pittura araldica alle quali l’artista romano, personaliz­zandole, ha conferito uno stile suo. I pardi di Pompa posseggono eleganza e leggerezza nelle forme e luminosità nel colore. Non sono unicamente decorativi ma esprimono simbolismi storici. In essi Pompa, figlio d’arte, mette in mostra le sue capacità artigianal­i apprese nel lavoro di bottega, ma soprattutt­o le sue doti d’artista e le sue qualità di ritrattist­a, inteso in senso lato. A.O.

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Un’opera di Adriano Pompa

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