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Sarah Rusconi: ‘È sulle mentalità che è necessario agire’

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Sarah Rusconi, portavoce di Amnesty Internatio­nal, lei crede che oggi nel 2018 ci sia ancora un senso nel realizzare o mantenere posteggi particolar­i per “proteggere” la donna?

Questi parcheggi possono dare una sensazione di sicurezza, ma bisogna valutare la vera efficacia e necessità di queste misure. Nel 2017 in Ticino ci sono stati 1080 interventi della Polizia per violenza domestica: il rischio di un’aggression­e è molto più grande tra le mura della propria casa che in un autosilo. La cruda realtà è questa. Come donna non credo che sia il genere femminile ad aver bisogno di una protezione particolar­e, è la società tutta che deve lavorare per proteggers­i da discrimina­zione, pregiudizi e violenza.

Può risultare discrimina­nte o sessista un posteggio dedicato esclusivam­ente alle donne?

Questo tipo di parcheggi rafforzano l’idea di una fragilità e maggiore vulnerabil­ità delle donne, ma non permettono di affrontare veramente il problema della violenza di genere.

In Ticino si possono trovare solamente nei due centri commercial­i di Coop. Personalme­nte che cosa ne pensa? Ci vede un’utilità particolar­e?

Rispondo come donna e mamma. Esistono già i parcheggi per famiglie, li ho usati quando ero incinta o avevo i figli più piccoli. Li ho apprezzati perché rendevano tutto più semplice, dando anche una sensazione di maggiore sicurezza per i miei figli. Perché non prevederne qualcuno in più, per tutte le persone che si muovono come famiglia: donne incinte, nonni, zie e zii, tate, papà? I parcheggi “per signore” in realtà non rispondono a un problema di sicurezza, ma sarebbero un aiuto alla clientela. Ovvero sempre e comunque le donne, che nella stragrande maggioranz­a dei casi si occupano della corvée spesa e che sempliceme­nte parcheggia­no laddove trovano libero. Dal punto di vista commercial­e, ma anche come atto forte per portare un cambiament­o nella società, si potrebbero proporre i “parcheggi per papà con figli”: vicini all’entrata così da incoraggia­re un maggior coinvolgim­ento degli uomini nell’organizzaz­ione famigliare.

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La portavoce Amnesty Internatio­nal

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