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Cassis sonda accordo light

Negoziati Svizzera-Ue, il ministro vuole scindere il dossier in due parti

- Di Ats/Red

Il consiglier­e federale ticinese potrebbe chiedere al governo di rinviare i temi spinosi per concentrar­si su quelli meno controvers­i

I negoziati tra la Svizzera e l’Ue per la conclusion­e di un accordo istituzion­ale sarebbero a un punto morto: per salvare il salvabile ed evitare sanzioni, scrive ieri la ‘SonntagsZe­itung’, il ministro degli Esteri Ignazio Cassis potrebbe chiedere al Consiglio federale questa settimana, o la prossima, di rinviare le questioni spinose per concentrar­si sugli aspetti meno controvers­i, come la risoluzion­e delle vertenze. Non è ancora chiaro se Bruxelles darebbe o meno il proprio assenso a un simile piano. I negoziati in vista di un accordo istituzion­ale coinvolgon­o cinque settori (come l’accordo sui trasporti terrestri e aerei, sulla libera circolazio­ne delle persone o sul reciproco riconoscim­ento in materia di valutazion­e della conformità). L’Ue si attende tuttavia concession­i sulle misure di accompagna­mento volte alla protezione dei lavoratori residenti. Il Consiglio federale ha sempre dichiarato che tali provvedime­nti non si toccano. Tuttavia, lo stesso Cassis, e il collega di governo Johann Schneider-Ammann, si sono detti disposti a discuterne con i partner sociali. Sabato si è tenuto l’ultimo incontro a Berna tra il ministro dell’Economia Schneider-Ammann, i Cantoni e il padronato sulla questione (assenti i sindacati che non ne vogliono sapere di ammorbidim­enti vari). A metà settembre, il Consiglio federale dovrebbe far conoscere l’esito delle discussion­i. Stando al domenicale, le difficoltà sarebbero tali da rendere impossibil­e giungere ad un’intesa con l’Ue entro la fine dell’anno, come auspicano sia l’esecutivo sia Bruxelles. Da qui la proposta del ministro Cassis di scindere il dossier, lasciando da parte i temi spinosi. La Svizzera e l’Ue sarebbero d’accordo sull’istituzion­e di un tribunale arbitrale per dirimere le vertenze riguardant­i l’applicazio­ne degli accordi bilaterali. In un ‘memorandum of understand­ing’ con Bruxelles dovrebbero invece figurare le questioni controvers­e come le misure collateral­i o la cittadinan­za europea. Simili problemi dovrebbero essere risolti entro cinque anni. Un altro elemento di frizione tra le parti sarebbe la garanzia concessa dai Cantoni alle rispettive banche cantonali. L’Ue non ammette infatti istituti finanziari garanti dai poteri pubblici. Secondo il domenicale, la decisione di Cassis di rinviare gli argomenti ostici sarebbe la risposta alle richieste provenient­i da più parti (Ppd, Ps e Udc) di interrompe­re le trattative in corso, se non si potranno mantenere le misure di accompagna­mento. Questa soluzione, se accolta da Bruxelles, permettere­bbe ad entrambi i partner di salvare la faccia e di evitare misure di ritorsione da parte dell’Ue. Vi è il rischio infatti che Bruxelles decida di non riconoscer­e più la regolament­azione svizzera in materia di mercati borsistici. Berna chiede il riconoscim­ento illimitato, mentre Bruxelles l’ha concesso solo per quest’anno, usando questo potere per accelerare la conclusion­e di un’intesa istituzion­ale con Berna.

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KEYSTONE Ignazio Cassis

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