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Il bike sharing ha fatto le bizze

Nel Locarnese problemi di ‘software’. Il coordinato­re: ‘Risolto l’inghippo, azzeriamo tutti i crediti’

- Di Serse Forni

Nei primi due mesi lucchetti che non si aprivano o non si chiudevano. Un grattacapo per gli abbonati. In estate diecimila utilizzi nella rete più vasta della Svizzera.

Falsa partenza, dal punto di vista tecnico, per il progetto delle biciclette condivise (bike sharing) del Locarnese. Nei mesi di luglio e agosto sono arrivate diverse segnalazio­ni per problemi ai lucchetti delle due ruote: qualche volta non si sbloccavan­o alla partenza, altre (ciò che è accaduto più frequentem­ente) non si chiudevano all’arrivo. Un vero e proprio grattacapo per gli utenti. «Ci sono stati problemi con il software ad avvio o a fine corsa – ammette il coordinato­re Fausto Fornera –. Ci si è accorti che mancava la ‘comunicazi­one’ tra il catenaccio delle bici e l’antenna delle postazioni. Ma l’inghippo, nel frattempo, è stato risolto». Fornera ha vissuto un simile disguido in prima persona: arrivato un sabato al Meriggio di Losone con una due ruote elettrica non è riuscito a chiuderla e ha dovuto posteggiar­la nel garage di casa in attesa che i gestori del bike sharing venissero a riprenderl­a. «Nel frattempo è stato effettuato un aggiorname­nto su tutte le biciclette. La situazione, a quanto ci è dato di sapere, è in netto migliorame­nto. In luglio e agosto il gestore del sistema è stato parecchio sollecitat­o, ma bisogna ammettere che ha reagito con profession­alità e soprattutt­o con tempestivi­tà». Per gli utenti che si sono trovati in situazioni poco piacevoli oltre al timore di abbandonar­e bici non bloccate dal lucchetto, con possibili furti o danneggiam­enti, c’era anche la paura di vedersi fatturare ore d’utilizzo delle quali non hanno mai beneficiat­o. «Ovviamente ci scusiamo con loro per quanto avvenuto – prosegue Fornera –. Ma ciò non basta. Abbiamo deciso di fare un ulteriore passo».

Si riparte da zero

Per venire incontro agli abbonati, si è deciso di ripartire da zero. «In sostanza, annulliamo eventuali debiti accumulati fino ad oggi con l’utilizzo delle bici nei mesi di luglio e agosto. Non ci saranno costi di sorta e gli abbonament­i ripartiran­no da zero con il primo settembre». Il progetto, lo ricordiamo, coinvolge 15 comuni, dall’alta Onsernone fino a Cadenazzo. È la rete di questo genere più vasta della Svizzera. Le postazioni attualment­e sono 96, con un totale di 489 biciclette (269 elettriche e 220 meccaniche) a disposizio­ne degli abbonati o di chi acquista una carta giornalier­a. Un primo, sommario, bilancio a due mesi dall’avvio del “bike sharing” a livello regionale? «È difficile perché non disponiamo ancora di un numero suffi-

ciente di dati – risponde l’intervista­to –. Posso comunque affermare che c’è stato un incremento confortant­e per quanto riguarda l’acquisto di abbonament­i. Per contro, non mi pare che le tessere giornalier­e abbiano riscosso grande successo. Il nostro obiettivo è di riuscire a vendere 500 abbonament­i in un anno». Nel primo periodo, vi sono stati 5mila utilizzi mensili delle biciclette. «Un monitoragg­io costante sull’uso del bike sharing sarà estremamen­te importante nei primi anni, anche perché ci permetterà di apportare correttivi, e quindi migliorie, dove e quando necessario». In conclusion­e, Fornera ci tiene a ricordare che il servizio della Fondazione il Gabbiano, che nell’ambito del progetto Muovi-Ti si occupa della manutenzio­ne delle due ruote e della gestione dell’intero sistema, è stato impeccabil­e: «Hanno fatto davvero un ottimo lavoro».

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Dati incoraggia­nti

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