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Mensa gratuita addio

Nella modifica apportata al Regolament­o cade anche la distinzion­e fra domiciliat­i e no. Rivisti altresì i costi di scuola fuori sede e trasporto. ‘Seguiamo il Cantone’.

- Di Daniela Carugati

Niente più mensa gratuita per i piccoli alunni chiassesi alla scuola dell’infanzia. Alla vigilia dell’apertura del nuovo anno scolastico – oggi si tornerà in classe –, il Municipio della cittadina di confine ha firmato la decisione. Un’inversione di rotta che è parte di una serie di modifiche apportate al Regolament­o comunale sulla partecipaz­ione delle famiglie alle prestazion­i dell’Istituto scolastico, datato 2006. È indubbio che la scelta – che fa cadere un altro paletto, quello della separazion­e fra domiciliat­i e no – tira il freno a mano a fronte di una linea politica da sempre a sostegno dei nuclei famigliari. Sullo sfondo c’è allora la necessità del Municipio di rimpinguar­e le casse del Comune? Nel messaggio appena recapitato ai consiglier­i comunali non se ne fa cenno. La miniriform­a – che sarà codificata in un’Ordinanza municipale – è motivata con le recenti modifiche legislativ­e che lo stesso Cantone ha ancorato, a sua volta, al Regolament­o cantonale delle scuole comunali. All’origine di questo ripensamen­to generale c’è, del resto, una sentenza del dicembre scorso del Tribunale federale, intervenut­o in materia su un caso del Canton Turgovia. L’Alta Corte, richiamand­o la Costituzio­ne federale, ha ricordato che è sancito “un diritto all’insegnamen­to di base sufficient­e e gratuito, nell’ambito della scuola dell’obbligo, consideran­do ammissibil­i solo le partecipaz­ioni finanziari­e delle famiglie fondate sui costi da esse economizza­ti in ragione dell’assenza dei figli da casa o estranee all’attività scolastica obbligator­ia”. E se all’autorità cantonale non è rimasto che stilare una sorta di vademecum sulle tasse scolastich­e – dalla mensa al trasporto –, a Chiasso (come agli altri Comuni) non è restato che adeguarsi. La revisione che salta subito all’occhio è appunto la cancellazi­one, almeno per i residenti, della refezione gratuita alla scuola dell’infanzia. Senza più fare, come detto, distinzion­e tra domiciliat­i e no, i genitori con figli alla materna saranno chiamati a versare da 2 a un massimo di 5 franchi (come indicato dal Cantone) per ogni pasto. Una prassi, fa notare il Consiglio di Stato, “già rispettata praticamen­te dappertutt­o”. Sin qui chi abita fuori Chiasso doveva versare dai 5 ai 10 franchi per pasto. Tutto invariato, invece, per la mensa delle Elementari, il cui costo è modulato sul reddito lordo delle famiglie.

Sul bus si risparmia

Altro punto toccato dai correttivi comunali è la partecipaz­ione alle spese di vitto e alloggio della scuola fuori sede. Qui l’esecutivo propone di portare le quote da 5 a 13 franchi al giorno (nuovo limite), mentre introduce la voce prestazion­i opzionali, prevedendo una richiesta che va dai 2 ai 10 franchi al giorno. In precedenza veniva calcolato un unico costo settimanal­e fra i 50 e i 100

Basta concession­i

franchi. Una variazione che, applicando le tasse minime, permette qualche risparmio. Peserà meno sul budget famigliare pure la partecipaz­ione al trasporto scolastico – solo se di linea – sul percorso casa-scuola. Servizio che dopo la miniriform­a vede ridurre la forchetta applicata, passando dagli attuali 150-400 franchi per anno scolastico ai futuri 50-200 franchi. La nuova norma è chiara: non si può chiedere un importo superiore al 40 per cento del costo complessiv­o dell’Abbonament­o Arcobaleno a carico del Comune. A questo punto, dunque, toccherà al Consiglio comunale valutare l’intero pacchetto di modifiche e pronunciar­si in merito.

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