L’Europa che non decolla
Dopo il kappaò a Pilsen, il Lugano incerottato deve cedere il passo anche al Banska Bystrica. Ma non è detta l’ultima parola.
«Let’s kill this», urla Greg Ireland ai suoi. Quando – è il 13’54’’ – il Lugano si ritrova confrontato con la prima penalità del match. E i suoi giocatori, in effetti, riescono ad accontentarlo. Il problema, però, è che negli stessi due minuti, un Elvis Merzlikins un po’ troppo irruente assesta un colpo in faccia a un avversario dopo aver completato una parata, occasionando un 3 contro 5. Se il Lugano riesce comunque a sopravvivere alla ventina di secondi in doppia inferiorità numerica, qualche istante più tardi si deve però arrendere al preciso backhand del canadese Asselin. È l’1-0 per il Banska Bystrica, al 16’01’’ di una partita in cui, a dire il vero, fino a quel punto le cose migliori le offre proprio la squadra di Ireland. Che inizia il confronto con ben altro piglio, rispetto a quello del debutto in Champions tre giorni prima, sul ghiaccio dei cechi del Pilsen. Purtroppo per i bianconeri, però, anche in Slovacchia l’esito non sarà dei migliori. Non basta il pareggio di Grégory Hofmann al
La porta verso i sedicesimi è comunque ancora aperta: venerdì sera, però, dovrà arrivare il risultato
20’18’’, che trasforma il rigore dopo essere stato arpionato da Michalik a due passi da Williams. La partita, infatti, prende decisamente un’altra piega. Con un Lugano comunque segnato nell’effettivo dall’assenza di ben quattro difensori titolari, che spesso e malvolentieri pasticcia, facendosi trovare in ritardo, invece
di tenere il campo con quella che fino a qualche mese fa era stata la sua proverbiale compostezza. Esemplari sono le occasioni che portano al secondo e al terzo gol dei padroni di casa, sbocciati in mezzo alla confusione. Due reti che, alla fine, avranno un peso enorme sull’economia del confronto. Anche perché
quel doppio vantaggio la formazione di Dan Ceman riesce a portarlo fino al 40’, rispondendo al provvisorio 3-2 di Lajunen in powerplay (al 29’) con un rigore trasformato da Faille al 38’, dopo un intervento in extremis di Reuille, nel tentativo di chiudere l’ennesimo varco. E a quel punto, la serata era segnata. Due partite, entrambe lontano da casa, zero punti: tuttavia, quello europeo è comunque un capitolo ancora da scrivere per gli uomini di Ireland. A patto, però, che arrivi il successo venerdì sul ghiaccio della Cornèr Arena, contro il medesimo avversario. Possibilmente, grazie all’apporto di qualche risorsa in più.