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Lewis strapazza la Rossa

Gara sorprenden­te, a Monza, perché ha portato alla vittoria di Hamilton e alla disfatta totale della Ferrari

- Di Paolo Spalluto

Il pubblico accorso sul circuito brianzolo ha ancora una volta brillato per mancanza di sportività fischiando sonorament­e Lewis Hamilton, autore di una gara sempliceme­nte perfetta, potente e brillante. Una delle migliori della carriera, senza dubbio. Una figuraccia planetaria che spiega quanto ancora ci sia da fare nella vicina penisola in materia di cultura dello sport e della lealtà dovuta ai campioni e, nel caso del caraibico, a un probabile campione del mondo. Nelle prove del sabato Vettel era adirato con la squadra per averlo fatto entrare due volte nella Q3 davanti a Raikkonen, con il risultato del finlandese in pole-position. Decisione, questa, probabilme­nte voluta fortemente da Arrivabene che non ha alcuna intenzione di fare lo scambio Leclerc in Rossa-Kimi in Sauber, nonostante gli accordi precedenti tra Marchionne e Vasseur. Anzi, lui sarebbe per la riconferma del finlandese ancora un anno. Il gelo caduto tra Ferrari e Sauber potrebbe trovare un’altra prova nella sibillina risposta dell’amministra­tore delegato del Cavallino Camilleri, che ha precisato come il contratto Alfa Romeo con Sauber non lo riguardi (ma i motori non sono Ferrari?). All’interno di questa situazione Arrivabene – che Marchionne voleva sostituire a fine stagione, forse – decide di non dare ordini di scuderia alla partenza. Così Vettel e Raikkonen lottano in modo inatteso e alla variante il tedesco si fa infilare da Lewis. Vettel è sorpreso sia alla partenza (il compagno gli tira la frenata a pneumatici fumanti) sia alla variante. Errore clamoroso di strategia di gara contro Wolff, che ha invece

perfettame­nte compreso quanto quest’anno la Ferrari sia fortissima. Dunque, meglio sancire che Bottas debba lavorare al titolo di Hamilton, con tanto di rinnovo di contratto al finlandese che pure ieri ha fatto il suo ottimo lavoro in pista. Chiedere a Raikkonen la stessa disponibil­ità senza contratto non era possibile. E così, è anche una guerra di nervi e di persone, non solo di prestazion­e pura, tra due top team vicinissim­i nelle prestazion­i e a un altro livello rispetto agli altri. Vettel non ha la sagacia del rivale campione del mondo, specie contro un Hamilton di questo livello e forma. L’alfiere della MercedesBe­nz

non sbaglia un colpo, il tedesco lo fa spesso. Sauber ha mancato l’appuntamen­to monzese, Vasseur era rabbuiato come da tempo non vedevamo. Leclerc è stato pungente in certe affermazio­ni e quasi incredulo per una contropres­tazione che davvero non si attendeva. È un pilota di talento, ma giovane: gestire la pressione non è semplice nemmeno per lui, l’emozione di poter passare in Ferrari farebbe tremare le gambe a chiunque. Sarebbe stato importante fare un buon risultato per l’azienda e per Alfa Romeo, in questo momento delicato... «Non è andata come volevamo – ci ha confidato in esclusiva Leclerc –. Abbiamo avuto diversi problemi, alcune soluzioni che abbiamo portato non hanno funzionato. Anzi, hanno peggiorato la performanc­e della macchina. In corsa abbiamo recuperato delle posizioni rispetto alle qualifiche. Il passo gara non era male, ma qualificar­si bene è determinan­te». Come ci si sente a essere definito, da tutti i piloti, il talento della futura F1? «Mi fa piacere, ma non mi mette nessun tipo di pressione. Sono un tipo tranquillo, salgo in macchina, cerco di fare il mio dovere. Mi concentro molto su quello che devo fare in pista perché ho la certezza che se faccio le cose giuste i risultati arrivano». Dopo un inizio scoppietta­nte, una serie di risultati negativi. «Non sono io a non fare la prestazion­e, e questo per me è molto importante. In questi ultimi weekend siamo stati sfortunati. Abbiamo fatto forse alcune scelte non corrette, in un’occasione abbiamo sbagliato strategia, Force India ha perso un pezzo che ha colpito una nostra monoposto, poi l’incidente... Insomma, mi sembra che ci siano delle ragioni valide per le quali purtroppo non siamo andati molto a punti. Il valore della squadra è superiore a quello dato dalla classifica. Lo sappiamo e ci lavoriamo».

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