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Non sottovalut­are l’ascesa del braccio teso

- fausto.boffi@icloud.com di Fausto Boffi

Amico mio, ascolta cosa mi è successo l’altro giorno al bar. Bevuto il “solito”, alzo il braccio, come di consueto, per chiamare il cameriere, o meglio per attirarne l’attenzione. Sempliceme­nte pagare il conto, vorrei.

E allora? Allora – ascolta bene – dietro di me sento sussurrare: “Sarà mica quel poliziotto là?”. Amico mio, giuro che sono rimasto male, insomma quasi. Mi sono però rivolto al “sussurrato­re” dicendogli, naturalmen­te in modo molto bonale: no, non sono io. Da sempre ammiro la “Bionda Aurora”, così come ho sempre detestato la “Faccetta nera” (non quella delle ragazze, ovviamente). Due risate accompagna­te da un “Anch’io!”. Pensata: “Va beh che il fascismo è alle porte”, almeno così dicono, però, però... stando ‘osi le ‘ose comincio anch’io a crederci. Purtroppo. Tu mi dirai: “Finalmente!” e a me non resta che darti ragione.

Effettivam­ente, a pensarci bene, il pericolo c’è. Il pericolo di voler spacciare il cosiddetto “cambiament­o” con il “ritorno”, con il nazismo, di, cito: “Di una delle bestie più sanguinari­e e rovinose della storia!”.

Certo che questo dilagare di successi del populismo e sovranismo, e non solo nella vicina Italia, piace poco, anzi preoccupa. E non mi piace affatto se penso a casa nostra!

Cè da augurarsi che non ci si lasci tentare di avallare, anche solo in parte, populismo e sovranismo inseguendo­lo sul suo stesso terreno. Non si commetta il tragico errore di sottovalut­are l’ascesa del “braccio teso”.

Amico mio, ascoltiamo Carl von Clausewitz: “La guerra non è che la prosecuzio­ne della politica con altri mezzi!” e non aggiungo altro.

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