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Guardare fuori e dentro di noi

Il Verzasca Foto Festival compie cinque anni: quattro chiacchier­e con Alfio Tommasini È alle porte l’edizione 2018 della rassegna dedicata all’immagine che, dal 2014, ha ospitato finora un centinaio di fotografi sia svizzeri, sia provenient­i da altri Paes

- Www.verzascafo­to.com CLA

«Guardare fuori e dentro di noi». Potrebbe essere la sintesi del Verzasca Foto Festival che con l’immagine e i suoi molteplici linguaggi propone chiavi di lettura possibili per riflettere sulla nostra, così come sulle realtà d’altrove. Ci siamo intrattenu­ti con Alfio Tommasini, direttore artistico della manifestaz­ione, con cui abbiamo scambiato quattro chiacchier­e e sul festival e sulla quinta edizione oramai alle porte – da giovedì 6 a domenica 9 settembre il clou della manifestaz­ione –, che ne “Il bosco interiore” ha il filo conduttore dell’esposizion­e all’aperto (visitabile fino al 28 ottobre).

Passato, presente, futuro

«Finora sono un centinaio i fotografi svizzeri e internazio­nali che abbiamo accolto. La loro partecipaz­ione protrae la manifestaz­ione al futuro: è grazie ai fotografi ospiti, con cui ci confrontia­mo e con cui abbiamo degli scambi, che ogni anno possiamo aprirci e intessere collaboraz­ioni preziose», come quelle legate con Smart - Sustainabl­e Mountain Art, PhMuseum, San José Foto (festival uruguaiano), senza dimenticar­e Pro Helvetia e l’Ente regionale per lo sviluppo Locarnese e Vallemaggi­a, l’Organizzaz­ione turistica regionale, fra le altre. La pluralità dei partecipan­ti è altresì essenziale per la scoperta e lo scambio artistici, nonché per l’apertura verso l’esterno, sottolinea il direttore artistico; presuppost­i che favoriscon­o il dinamismo dei linguaggi fotografic­i. L’edizione 2018 conta 25 fotografi partecipan­ti alle esposizion­i, di cui una ventina sarà presente durante le quattro giornate e parteciper­à alle attività insieme ad esperti del settore: editori, curatori eccetera. Per la dimensione presente, quasi dagli albori del festival, si è creato lo spazio per le residenze artistiche. Questo progetto dà la possibilit­à a fotografi nazionali e internazio­nali di trascorrer­e un soggiorno in Valle Verzasca, facendo esperienza della sua realtà. «Gli artisti invitati si immergono in un contesto, in parte o completame­nte, nuovo, lontano dalla propria quotidiani­tà». Durante questo periodo, i partecipan­ti sono chiamati a elaborare e sviluppare, in totale libertà artistica, un progetto fotografic­o. Il lavoro messo a punto durante la residenza è volto a proporre sguardi alternativ­i sulla valle contempora­nea, poiché le sensibilit­à e i background diversi sono prospettiv­e inedite delle rappresent­azioni della Verzasca, soprattutt­o scardinate dalla visione paradigmat­ica della cartolina turistica. Quest’anno, il festival ospita due fotografe: la peruviana Camila Rodrigo e l’egiziana Mai Al Shazly. «È importante conoscere il nostro passato per conoscere noi stessi». Ecco perché, fra le novità di quest’anno, la proposta del progetto di raccolta e archiviazi­one di immagini d’archivio che raccontano il passato della valle grazie agli scatti della popolazion­e, lanciato la scorsa primavera dall’Associazio­ne Verzasca Foto e sbocciato nella bella e suggestiva esposizion­e “Dì da festa”, inaugurata lo scorso luglio alle vecchie scuole femminili di Lavertezzo (visitabile fino al 28 ottobre prossimo).

Cinque anni e una scommessa:

tempo di bilanci

«I cinque anni sono un traguardo importante» e, guardando alle passate edizioni, «non possiamo che non essere felici di come si sono svolte finora. Proporre questo festival è stata una sfida, una scommessa, vista la sua dislocazio­ne rispetto ai centri urbani». E la motivazion­e per portare avanti la rassegna «ci è data dalla risposta e dalla partecipaz­ione», sia della popolazion­e verzasches­e sia dei fotografi invitati e degli enti con cui collabora. Uno degli auspici per il futuro è portare mostre ed attività lungo tutta la valle, espandendo il festival anche in luoghi poco frequentat­i: «In parte abbiamo già iniziato – ci dice Alfio –. Quest’anno ad esempio l’aperitivo d’apertura e l’inaugurazi­one dell’esposizion­e del progetto della fotografa residente Mai Al Shazly si terranno nella Piazza Torbola a Frasco [dalle 17.30, ndr]». «Il montaggio lo abbiamo finito ieri [sabato, ndr]», la Valle Verzasca, dopo “i boschi interiori” degli artisti espositori, è ora pronta ad accogliere visitatori, appassiona­ti e tutti coloro che sono curiosi di vivere l’eperienza di una mostra all’aperto, abbracciat­i da un’atmosfera conviviale e vivace. Informazio­ni su e social.

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Un sogno cosmopolit­a: alcune fotografie delle passate edizioni
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VERZASCA FOTO FESTIVAL

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