Criticati e spostati
Parroci invisi a parte dei fedeli, sollevati dal vescovo. Tre casi ‘esemplari’
Mons. Valerio Lazzeri: ‘In Curia nessuna eccessiva disinvoltura. Ho sempre mediato finché possibile i conflitti’
Monsignor Valerio Lazzeri, dalle decisioni che lei ha preso per le tre comunità i cui parroci sono stati allontanati (o sono stati indotti a farlo) sembra emergere il denominatore comune di una eccessiva disinvoltura della Curia nell’eliminare la fonte del problema piuttosto che cercare di mediare fra le parti. Si riconosce in questa critica?
Assolutamente no. Prima di chiedere ad un parroco di trasferirsi altrove – e mi riferisco qui ai tre casi presi in esame, ma non solo – ci sono stati lunghi tentativi di appianare le difficoltà emerse; tentativi che hanno determinato incontri con tutte le parti in causa. Se però si constata che c’è, all’interno della comunità, una divisione crescente che avvelena l’atmosfera, si preferisce optare per un cambio. Questo, anche tenendo conto dello stato d’animo dei parroci, che sentendosi sotto pressione possono dare segni di stanchezza o di disagio.
È un fatto che nei tre casi descritti ‘vincano’ sempre i detrattori, chi cioè non è d’accordo con i metodi o con le decisioni introdotte dal nuovo arrivato.
Ovviamente non si può mettere ai voti la permanenza di un parroco in una determinata parrocchia. Sta al vescovo individuare la soluzione migliore per ogni singolo caso e agire di conseguenza. A Gordola, ad esempio, si è giunti alla percezione che non ci fossero più gli strumenti sufficienti per affrontare i conflitti emersi. E, quando la conflittualità da costruttiva diventa potenzialmente distruttiva, allora bisogna optare per il bene generale della comunità. Non si tratta di far vincere qualcuno e perdere qualcun altro, ma di privilegiare la serenità della comunità parrocchiale, puntando su chi è in grado di fare più unità. E le dirò di più. Prego. Oggi, con la realtà social, facilmente si formano i partiti dei “pro” e quelli dei “contro” già in rete, e noi arriviamo quando i conflitti sono già stati approfonditi a dismisura. Non è facile, poi, intervenire.