laRegione

Un piatto che scotta

Mangiare costerà di più? Svolta o ritorno al passato? Due agro-iniziative, altrettant­i quesiti

- di Stefano Guerra

In marzo Jean-Pierre Grin, agricoltor­e e consiglier­e nazionale Udc, assieme a una manciata di colleghi di partito si era astenuto nella votazione finale alla Camera del popolo sull’iniziativa ‘Per la sovranità alimentare’. Il nome del vodese è poi finito nel ‘comitato degli agricoltor­i’ che invita a votare due volte ‘no’ il 23 settembre. Lo contattiam­o, ci serve qualcuno che si opponga al testo di Uniterre.Presto si capisce che qualcosa non quadra: «Ma, signor Grin, lei combatte l’iniziativa, o sbaglio?». «No, la sostengo», risponde. Bene, buono a sapersi: tanti saluti e grazie. Tentiamo con Pierre-André Page. Anche lui agricoltor­e, anche lui consiglier­e nazionale Udc. Il friburghes­e in Parlamento aveva votato contro l’iniziativa. A giusta ragione, dunque, è stato inserito nel ‘comitato degli agricoltor­i’ per il doppio no, assieme a Grin e ad altri esponenti democentri­sti. Stavolta la azzecchiam­o. Ma per un pelo. Page, infatti, combatte attivament­e soltanto l’iniziativa dei Verdi ‘Per alimenti equi’; per contro, ha deciso di non esporsi in dibattiti pubblici su quella di Uniterre, alla quale riconosce «buone intenzioni», benché non sufficient­i per sostenerla (cfr. articolo a fianco). Due aneddoti, che mostrano bene quale sia il potenziale delle due agro-iniziative in votazione tra poco più di due settimane. Le simpatie per le proposte dei Verdi e di Uniterre sono diffuse, e vanno ben oltre il bacino politico di riferiment­o dei loro promotori (l’elettorato di sinistra). Secondo l’ultimo sondaggio Tamedia, la propension­e a votare ‘sì’ – pur sempre maggiorita­ria – starebbe scemando. È indubbio però che i due testi – persino quello di Uniterre, da molti bollato come “radicale” – fanno breccia anche nell’elettorato conservato­re, non solo democentri­sta. Non a caso l’Unione svizzera dei contadini (Usc) non raccomanda il ‘no’, né il ‘sì’. Il suo presidente, il consiglier­e nazionale Markus Ritter (Ppd), non fa mistero di voler approvare l’iniziativa ‘Per alimenti equi’ e di sostenere col cuore (ma non con la testa) quella ‘Per la sovranità alimentare’. Molti contadini voteranno ‘sì’ a quest’ultima per esprimere il loro malcontent­o nei confronti della politica agricola del Consiglio federale e dei suoi piani pro-libero scambio, ha detto alla ‘Nzz’ il vodese Jacques Nicolet, agricoltor­e e anch’egli consiglier­e nazionale Udc. Andiamoci piano. Le sensibilit­à – anche all’interno del mondo contadino – sono diverse al di qua e al di là della Sarine, a nord e a sud delle Alpi. La ‘Nzz’ per l’occasione rispolvera l’immagine del Röstigrabe­n, affermando che nella Svizzera romanda (e in Ticino) la popolazion­e in generale si identifica maggiormen­te con ‘la cultura agricola’, ha un rapporto più stretto con l’agricoltur­a e gli alimenti, rispetto agli svizzero-tedeschi. Bio Suisse, ad esempio, ha optato per la libertà di voto sull’iniziativa ‘Per la sovranità alimentare’: le sezioni romande erano per lo più favorevoli, le sezioni tedescofon­e contrarie. «Il ruolo dello Stato [nel settore agricolo in particolar­e, ndr] non è visto allo stesso modo nelle due regioni», spiega alla ‘Regione’ Sylvie Bonvin, contadina che produce con la gemma bio e deputata al Gran Consiglio friburghes­e per i Verdi.

Lo Stato nei campi e in cucina?

Il ruolo dello Stato, appunto: il tema è al centro del dibattito. Divide soprattutt­o favorevoli e contrari all’iniziativa del sindacato agricolo Uniterre. Quanto lo Stato deve mettere il naso nel piatto dei cittadini, prescriven­do come vanno prodotti gli alimenti, come dobbiamo nutrirci e quanto dobbiamo pagare per farlo? La domanda non è più appannaggi­o di “contadini frustrati ed ecofondame­ntalisti dell’estrema sinistra”; se la pone ormai anche un pubblico urbano di giovani e di anziani, di sinistra e di destra (‘Tages-Anzeiger’). La questione non si esaurirà con le imminenti votazioni. Dopo l’antipasto di un anno fa (‘sicurezza alimentare’) e i due primi piatti serviti il 23 settembre, il menu prevede altre portate: l’iniziativa detta ‘per vacche con le corna’ (si vota il 25 novembre), due iniziative che hanno nel mirino i pesticidi e un’altra, appena lanciata da Slow Food, che chiede... di ancorare nella Costituzio­ne l’insegnamen­to dell’alimentazi­one.

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TI-PRESS/REGUZZI Acceso dibattito sul futuro del settore agro-alimentare: si vota il 23

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