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Rückert assicura: dalla commission­e entro fine anno una proposta compatibil­e con il diritto federale

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Elaborato dalla leghista Amanda Rückert e dalla democentri­sta Lara Filippini, il rapporto sul Messaggio governativ­o è pronto: potrebbe essere firmato stamattina (il condiziona­le è d’obbligo) dalla Commission­e della legislazio­ne di cui le due deputate fanno parte. In linea con la richiesta del Consiglio di Stato, il rapporto invita il plenum del parlamento ad abrogare la Legge sulle imprese artigianal­i e questo, spiega Rückert alla ‘Regione’, «affinché vi sia un punto fermo, che permette di dare certezza giuridica agli attori coinvolti, oggi un po’ in un limbo: artigiani e committent­i pubblici e privati». Ma il documento di Rückert e Filippini, sottoscrit­to dalla sottocommi­ssione che ha esaminato il messaggio, non si limita ad accogliere quanto sollecita l’Esecutivo: «Proponiamo al Gran Consiglio di conferire alla Commission­e della legislazio­ne il mandato di individuar­e entro fine anno una soluzione normativa che salvaguard­i lo spirito della Lia ma che, a differenza di quest’ultima, sia compatibil­e con il diritto superiore, cioè quello federale». Insomma, aggiunge Rückert, «navighiamo sostanzial­mente nella medesima direzione dell’Unione associazio­ni dell’edilizia, di cui condividia­mo le preoccupaz­ioni».

L’Uae è comunque pronta a dare battaglia, lanciando il referendum qualora il Gran Consiglio abroghi la Lia senza un controprog­etto.

Libera di farlo e non bisogna aver certo paura di un eventuale voto popolare: un esercizio democratic­o è sempre benvenuto. Comunque ripeto: se il Gran Consiglio dovesse approvare il nostro rapporto già nella seduta di questo mese e conferire così il citato mandato, la commission­e parlamenta­re si impegnerà al massimo per redigere entro fine 2018 un progetto di legge che mantenga lo spirito della Lia – la quale ha fra l’altro costretto alcune ditte a mettersi in regola con gli oneri sociali e con il fisco – ma che nel contempo non violi appunto il diritto federale.

Operazione non da poco, che si prospetta tutt’altro che facile. Ci sono già delle idee?

Il Consiglio di Stato suggerisce di rafforzare i controlli: siamo assolutame­nte d’accordo e auspichiam­o una stretta collaboraz­ione interdipar­timentale con lo scambio di dati e documenti. Ma secondo noi non basta. Serve anche uno strumento preventivo, apportando alla Lia dei correttivi. Per renderla compatibil­e con la Lmi, la Legge federale sul mercato interno, si potrebbe per esempio esonerare dall’iscrizione all’albo e quindi dal pagamento della tassa tutte le ditte provenient­i dagli altri cantoni. Che sono comunque una minoranza di quelle che operano sul nostro territorio e che non sono loro a generare quella concorrenz­a sleale contro cui si batte la Lia.

Alcuni artigiani ticinesi potrebbero lamentare una disparità di trattament­o...

Proprio per questo un simile passo necessiter­ebbe di un’ampia condivisio­ne politica e da parte degli artigiani.

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